Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:42 min.
Etichetta:DeFox Records

Tracklist

  1. IN MICTLANTECUHTLI IMAHUANMICTOHPAN
  2. NEMONTEMI
  3. BORBONICUS
  4. IN ONAQUI TONATIUH MICTLANPA
  5. MIHCAOHTLI
  6. IN TONATIUH TLAIXPOPOLIZTLI
  7. TEONANTZIN
  8. EZOC
  9. TONALPOHUALLI
  10. TLAHUELPUCHI

Line up

  • Martín Martínez: guitars, bass, drums, aztec flute, aztec drums, rainstick
  • Alex Camacho: vocals

Voto medio utenti

Gli Xipe Totec sono un duo proveniente dal Messico che si prodiga in un feroce e affascinante Brutal Death Metal da più di vent’anni ormai.
Seppur possa suonare strano, il Brutal Death di questa band è effettivamente affascinante, perché essa pesca a piene mani dal folklore non solo musicale, ma pure lirico degli Aztechi, andando quindi a scoprire le antiche radici del loro paese.
In effetti oltre al flauto azteco, alle percussioni azteche e al bastone della pioggia suonati da Martín Martínez, il cantante Alex Camacho usa la lingua di quell’antico popolo nei suoi testi, particolarità non da poco queste.

Certo, la scelta per il genere da fare per il gruppo dev’essere stata piuttosto facile agli esordi, dopotutto nel Metal quale genere meglio si prestava per narrare (e/o rievocare in qualche modo) le gesta di un popolo sanguinario che combatteva guerre su guerre non solo per motivi espansionistici, ma anche come metodo per procacciare migliaia e migliaia di prigionieri da sacrificare alle proprie divinità con l’estrazione del cuore ancora pulsante del povero malcapitato da parte dei sacerdoti? Ma ovviamente il Death Metal avranno pensato i Nostri, poi meglio ancora se tecnico e brutale!

E questo fanno i Xipe Totec (“Nostro Signore lo Scorticato”, per il quale in suo onore poi si scotennavano per bene le persone sacrificate), andando per certi versi vicino al Death Metal della scena di New York, fatto di velocità impazzite, cambi ritmici e sonorità in generale più cupe e feroci. A tutto questo aggiungeteci il folklore azteco e avrete tra le mani un disco che sa essere efferato come atmosferico, destabilizzante ma anche primordiale, estremo ma allo stesso tempo epico.
Come una sorta di Nile del mesoamerica, ma meno strutturati e più diretti del gruppo di Karl Sanders, i due alti sacerdoti del Death Metal riescono con grande successo a forgiare un sound molto personale e riuscito, che grazie ad una certa intelligenza risulta interessante e discretamente variegato per tutta la durata del lavoro grazie al ricorso di cori antichi, parti acustiche, ritmiche ritualistiche e assoli melodici.

Qualche piccolo momento di stanca nella parte finale c’è, inoltre sarebbe stato apprezzabile un uso ancora più esteso e approfondito delle soluzioni stilistiche azteche, ma alla fine ciò non compromette minimamente l’ascolto di “Tlamiquih” e anzi, ci convince su quanto gli Xipe Totec siano una vera certezza per l’underground messicano.
Un must per gli amanti del Death Metal e un lavoro da ascoltare assolutamente vista la spiccata personalità di Nostro Signore lo Scorticato: difficilmente lascerà indifferenti gli amanti del genere in mezzo a tanti sterili cloni che invadono la scena musicale negli ultimi anni!

Recensione a cura di Seba Dall

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