Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:36 min.
Etichetta:Underground Power Records

Tracklist

  1. VEIL OF DUSK
  2. HER DEMON EYES
  3. DEVILS IN MY HEAD
  4. SANCTUARY OF DEATH
  5. GRAVEYARD DUST
  6. EVIL STRIKES AT MIDNIGHT
  7. WALLS WERE BUILT TO FALL
  8. FOREVER IN ABSENCE

Line up

  • Joel Burner: vocals, bass, guitars
  • Nick Grave: drums

Voto medio utenti

Ormai gli anni '80 si fanno sempre più distanti nel tempo, tanto che pure i miei ricordi iniziano a farsi confusi, tuttavia l'underground è sempre foriero di interessanti proposte che guardano con passione e coinvolgimento a quel periodo.

Dal mazzo ho estratto i Mortal Soil, che hanno catturato la mia attenzione sin dal primo ascolto della loro "Evil Strikes at Midnight".
Si tratta di un duo finlandese, che dopo un demo come Regal Force, è passato all'attuale denominazione, scelta anche come titolo del loro disco d'esordio, uscito per la Underground Power Record.

Trentasei minuti di un sano e avvincente Heavy Metal, che come è immaginabile affonda le sue radici negli Eighties abbeverandosi alla lezione della N.W.O.B.H.M., con qualche rimando in più nei confronti di Angel Witch e Demon, anche se il pulsare del basso non può che far pensare alle galoppate tipiche di Steve Harris, vedasi ad esempio "Sanctuary of Death".
Ma cosa ci mettono di loro i Mortal Soil? Beh, innanzitutto un evidente entusiasmo, ma anche più che discrete capacità esecutive, infatti, Nick Grave tratteggia con potenza e varietà le canzoni, mentre Joel Burner se la cava egregiamente su tutti gli altri fronti, soprattutto al basso e nei riffs, mentre non riesce a essere esplosivo in fase solista e nelle vocals, dove spesso si limita al compitino.

Una breve intro e tocca a "Her Demon Eyes" e a "Devils in My Head", che ben rappresentano lo stile dei Mortal Soil, un classico Heavy Metal con quella sensazione di inquietudine serpeggiante che mi ha fatto pensare ai Mercyful Fate (impressione ancor più marcata su "Graveyard Dust") e un cantato misurato e pacato che mi ha ricordavo quello tenuto da Anders Zackrisson ai tempi dei Gotham City. La già citata "Evil Strikes at Midnight" è veloce ed minacciosa allo stesso tempo, con Joel Burner che piazza anche un buon assolo di chitarra, ed è stata giustamente scelta come singolo. "Walls Were Built to Fall" e la conclusiva "Forever in Absence" (impreziosita da insistiti arpeggi) sono invece maggiormente articolate, e promuovono anche le capacità compositive di Joel Burner, nelle cui mani sta il destino dei Mortal Soil.

Da tenere d'occhio, nel presente e per il futuro.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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