Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:28 min.
Etichetta:Indie Recordings

Tracklist

  1. AWAKENING
  2. HANDS OF TIME
  3. SHADOWS
  4. COLLAPSING WALLS
  5. KEEP MYSELF FROM SINKING
  6. COLLECTING SCARS
  7. SLEEPWALKING
  8. BETTER DAYS
  9. FACE EXPOSED

Line up

  • Steffen Johansen: bass
  • Robbe Madsen: vocals
  • Ulrik Linstad: guitar
  • André Sørensen: guitar
  • Eirik Løvås Bjerke: drums

Voto medio utenti

Dopo due album assolutamente ben recepiti sia dalla critica sia dal pubblico come quello dell'esordio ".ELEVATE" del 2014, che gli ha valso insieme all'omonimo EP successivo il contratto con la Indie Recordings" e l'ottimo "Rain Soaked Pavements & Fresh Cut Grass" del 2018, tornano i norvegesi Halcyon Days con la loro terza prova in studio sulla lunga distanza, la famosa prova del fuoco del terzo disco che nel caso di "Keep Myself From Sinking" può dirsi agevolmente superata.
Il metalcore dei nostri è un po' all'acqua di rose, siamo lontani dalla violenza urbana di bands come i compianti Confession, tant'è che spesso vengono inquadrati (anche in maniera autonoma) come "melodic metal" ed accostati a realtà enormi come quelle degli Architects o dei While She Sleeps, sebbene non ne condividano le inflessioni elettroniche e "meditative", rimanendo più ancorati su territori squisitamente hardcore e rabbiosi, seppure dal ritornello facile seppure sempre urlato con rabbia a squarciagola.

Approccio diverso quindi ma vincente, senza invenzioni o genialate di sorta, gli Halcyon Days puntano al sodo giocando tutte le loro carte sull'energia e le buone melodie proposte, pur senza scadere nello sdrucciolevole territorio del pop punk, con qualche episodio più malinconico come "Collapsing Walls" od altri decisamente riusciti come "Hands of Time", ancora una volta grazie a linee di chitarra indovinate e solo apparentemente spensierate, poichè sempre con un fondo di inquietitudine ed amarezza, vedi la disperata "Better Days", cosa che gli ha valso la nomenclatura di "post metalcore" non a torto.

Ottima la produzione di un certo Daniel Bergstrand, che tutti voi dovreste conoscere, e la prova di Robbe Madsen alla voce che non lesina sforzi, non concedendosi MAI delle clean vocals per tutta la durata del disco, cosa che in questo campo è una rarità e che denota ulteriore personalità.

Se siete fan di queste sonorità un ascolto è obbligatorio.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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