Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:49 min.
Etichetta:Megaforce
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. 12 HUNDRED
  2. SIMPLE SURVIVAL
  3. DAMAGE DONE
  4. SAVE US
  5. TATTOO
  6. ERASE THE DOUBT
  7. BURN
  8. JUST PRETENDING
  9. THE NEED
  10. CUT ME
  11. THE FALLEN
  12. EMBRACE THE ENDING

Line up

  • Nothing: vocals
  • Waylon: vocals
  • Stitch: samples
  • Skinny: drums
  • Shmotz: keyboards
  • Bronson: guitars
  • Gravy: guitars
  • Pig Benis: bass

Voto medio utenti

Tredici anni di carriera, sei album ( escluso questo " Savior Sorrow " ), ottima tecnica e grande tenacia. Eppure gli otto musicisti statunitensi hanno raccolto pochissimo, sia in termini prettamente pecuniari che in quelli di notorietà. Inoltre, presentandosi mascherati, sono stati anche tacciati di emulare le gesta del Circo Violento più famoso del mondo, ossia gli Slipknot. Peccato che i Mushroom Head abbiano iniziato molto prima del combo dell'Iowa. Comunque, questi ed altri motivi, hanno platealmente indotto i nostri a cambiar rotta, non in maniera drastica e/o irreversibile ma ugualmente decisa e palese. Partendo dall'ingresso del nuovo vocalist, tale Waylon Reavis, il quale ha portato con se un bagaglio post grunge di prim'ordine. Per arrivare ad un progressivo ammorbidimento del sound ed una cura più maniacale negli arrangiamenti. Certo, quando la band deve pestare duro non si fa pregare, ed ecco che le chitarre si gonfiano, sospinte da un drumming potente e dai giochi sonori di Stitch e Shmotz, rispettivamente DJ e tastierista della band. Nelle parti più crude del disco, il cantato passa dalla clean vocals molto emotive e sofferte ( Alice In Chains sempre in primo piano... ) nei brani più ariosi, ad un curioso mix tra growling tipicamente death metal e lo screaming asciutto tanto cara alla scena metalcore. Citare ogni canzone è inutile; basta che sappiate della bontà generale del disco, che rimane gradevolissimo da ascoltare, pur non rivelandosi certamente un capolavoro della musica. Nel frullatore compositivo hanno buttato dentro nu metal, industrial, modern metal e post grunge ( anche lo street rock, basta ascoltare le linee vocali di " Erase The Doubt " per imbattersi negli Ugly Kid Joe d'annata ).
Altra influenza netta è quella dei Pantera; quindi il disco trasuda di citazioni? Si, però non si sfiora mai il plagio e per il giudizio finale questo è molto importante. In fin dei conti siamo di fronte a musicisti scafati e preparatissimi, quindi ascoltarsi un buon disco, comunque si voglia ascoltarlo, credo sia da rimarcare. Provare per credere.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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