Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:48 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. METAL LANDS
  2. 8 TRACK DAYS
  3. LIKE A BULLET
  4. DARKNESS OF THE DAY
  5. THE PRICE
  6. THORN IN MY SIDE
  7. RUN WITH THE HORSEMAN
  8. SINCERELY VIOLENT
  9. GOLD
  10. ONE WISH

Line up

  • Robert Van War: vocals
  • Bill Krajewski: guitars
  • Glenn Anthony: bass
  • Jeff Patelski: drums

Voto medio utenti

Dopo un lungo silenzio durato trent'anni, gli Attika si ripresentano ora con un nuovo album. Le loro intenzioni sono lampanti sin dal titolo: "Metal Lands", infatti, li ritroviamo alle prese con quello stesso US Power Metal che aveva caratterizzato i precedenti lavori, "Attika" (1988) e "When Heroes Fall" (1991). Due uscite, tutto sommato discrete e realizzate originariamente solo su musicassetta, alle quali avevano partecipato i qui presenti Robert van War e Jeff Patelski (rispettivamente cantante e batterista originali), cui si sono più recentemente affiancati Bill Krajewski alla chitarra e il bassista Glenn Anthony, altri due musicisti non di primo pelo e che oltre a sembrare ben integrati nel sound degli Attika sono autori di una discreta prova.
E i nostri danno subito spazio alla old fashioned e post-apocalittica (vedasi il video in calce alla recensione) titletrack, in grado di suscitare buone impressioni e far ripensare ai bei tempi che furono, peccato però per la piccola caduta di tensione cui incappiamo in occasione di "8 Track Days", ancora ottantiana e massiccia ma un po' troppo monocorde. Siamo comunque di fronte ad un paio di pezzi che possono far pensare ai gruppi come Vicious Rumors, Steel Prophet e Metal Church, sulla cui scia si riprende poi quota con la veloce e spavalda "Like a Bullet" e con la più articolata e nevermoriana "Darkness of the Day". Ecco che "The Price" aumenta il tasso di personalità, con quel suo piglio retrò e il cantato risoluto di Robert van War, lesto a prendere per le redini anche la quadrata e ferale "Thorn in My Side". Meno diretta è un po' troppo spigolosa la seguente "Run with the Horseman" mentre è la chitarra di Krajewski a menare le danze su "Sincerely Violent", che con quel suo mood più hardeggiante riesce a rendere più arioso un album finora piuttosto quadrato. Sarà un caso, ma ecco che a smorzare i toni, arriva pure la cover di "Gold", portata al successo dal musicista folk John Stewart sul finire degli anni '70, in una rivitazione ruvida ma non esageratamente distorta. Ancora un brano e ancora un ultimo desiderio: spazio alla ballad "One Wish", non particolarmente coinvolgente e direi pure piuttosto scontata, tanto da sfilare via senza suscitare troppe emozioni.

"Metal Lands" e gli Attika si fanno apprezzare per la loro tenacia e attitudine, tuttavia per fare la differenza gli Attika devono (e credo possano) far di meglio. Per ora solo un onesto e discreto comeback di US-Metal, per una band che, giusto ricordarlo, già ai suoi tempi non era riuscita ad imporsi.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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