“YOU FIGHT FOR DEMOCRACY
AND THE "AMERICAN WAY"
BUT YOU'RE NOT IN YOUR COUNTRY
"WHAT AM I DOING HERE?" YOU SAY
BUT NOW IT'S TOO LATE
YOU'RE ENTERING MANAGUA
IF YOU HAD BROUGHT YOUR SURFBOARD
YOU COULD SURF NICARAGUA”
Con i versi cinici e taglienti che elevano
“Surf Nicaragua” (paese questo che fu anche protagonista qualche anno prima dell'ambizioso e discusso
"Sandinista!" dei
The Clash) come chiaro manifesto di questo gruppo americano cominciamo la recensione dell’Ep omonimo continuando sulla scia tracciata dalle ristampe della sempre prestante
Metal Blade Records dedicata ai
Sacred Reich. Ora viene il turno di questo mitico Ep, che venne dato alle stampe un anno dopo dall’esplosivo debutto
“Ignorance”.
Non serve certo che io vi ricorda che annata memorabile è stata per il Thrash Metal il 1988 e diciamocelo senza timore di smentita, pure i
Sacred Reich con questo mini hanno dato il loro contributo.
Per tutti quelli che non conoscono la band rimando alla recensione di
“Ignorance” precedentemente pubblicata.
Dunque dicevamo, in questi ventisei minuti di musica troverete tre nuovi pezzi inediti in studio, un’azzeccata cover dei
Black Sabbath (l'epocale
“War Pigs”) e due pezzi del debutto riproposti dal vivo. Una sestina di canzoni che non lascia prigionieri e conferma i
Sacred Reich come un gruppo che avrebbe meritato ben altro successo e clamore giornalistico.
Rispetto all’esordio
Phil Rind,
Jason Rainey,
Wiley Arnett e
Greg Hall maturano sul fronte del songwriting, non mancano le variazioni ritmiche che sono disseminate nei vari pezzi, le ripartenze fomentano come nella focosa
“Draining You of Life” e pure i tellurici mid tempos sanno sprigionare una grande energia come in
“One Nation” (
Metallica, se volete fare un altro lavoro pieno zeppo di mid tempos prendete appunti, grazie!). Mentre della cover dei
Black Sabbath cosa c’è da dire? Beh, la versione di
“War Pigs” che i
Sacred Reich ci propongono è sicuramente più veloce e presenta un riffing più corpulento e meno legato al Blues dell’originale, oltre ad una voce diversa da quella del caro vecchio
Ozzy. Una versione sotto steroidi, con un guitarwork più essenziale ma con un esplosivo
Greg Hall dietro alle pelli, il quale secondo me si è pure divertito come un matto a suonare questo classico intramontabile. Comunque missione riuscita per il quartetto americano che riesce a mantenere lo spirito originale della canzone, ma al tempo stesso aggiungendo la loro personalità, senza stravolgerla.
Infine sono presenti
“Ignorance” e
“Death Squad” suonate dal vivo, quello che è l’habitat ideale per il Thrash Metal e infatti queste versioni non smentiscono questa regola con perfomance grondanti di sudore.
Cos’altro mi rimane da dire? Nulla se non che questo è un Ep assolutamente OBBLIGATORIO per chiunque apprezzi un determinato modo di fare (e pure di intendere) il Metal e lo consiglio spassionatamente pure agli amanti dell’Hardcore Punk e dintorni: ah e vista la copertina non credo che ci siano dubbi su quale versione prendere tra quella cd o in lp.