Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:42 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. BROKEN HIGHWAY
  2. CARRY ON
  3. FIND A REASON
  4. SIBERIA
  5. FACE TO FACE
  6. CAN’T STOP WHAT WE STARTED
  7. LOST WITHOUT YOU
  8. HOLD BACK THE NIGHT
  9. LET THE WORLD KNOW
  10. CLOSER
  11. THE GREATEST
  12. WAR OF LOVE

Line up

  • August Rauer: vocals
  • Andreas Gullstrand: guitar
  • Fredrik Joakimsson: guitar
  • Joel Selsfors: keyboards
  • Gustaf Örsta: bass
  • Arvid Filipsson: drums

Voto medio utenti

Qui è necessario rivolgersi a chi si nutre quotidianamente di AOR “tecnologico”, felpato e poppettoso, alla (esigua?) falange di lettori di Metal.it che apprezzano tanto gli Alien (e non mi riferisco agli ultimi …) e gli Stage Dolls quanto i Modern Talking e gli A-Ha (facendo così “inorridire” i Defenders più intransigenti): “II” dei Creye è il disco che fa per voi.
A me che tanto apprezzai il loro debutto, l’attuale (modesto) incremento della quota synth-pop ha lasciato inizialmente un po’ perplesso e non perché disdegni questo tipo di soluzioni sonore, bensì a causa di una sorta di vago “appiattimento” che sembra aleggiare sulla nuova proposta del sestetto svedese.
Oggi capitanati dal vocalist August Rauer (sostituto del “figlio d’arte” Robin Jidhed), i Creye in realtà riescono in un’impresa assai difficile e cioè “guardare indietro” senza apparire fastidiosamente nostalgici, ostentando un approccio alla materia piuttosto fresco e “contemporaneo”.
Il vero “limite” di “II” finisce così per essere la difficoltà nel costruire in maniera costante strutture armoniche vitali e istintivamente seducenti, elementi espressivi fondamentali, soprattutto in questo specifico ambito stilistico.
Nulla di particolarmente “grave”, a onor del vero, e sono sufficienti un paio di ascolti per entrare nel mood dell’albo e assorbire senza troppi patemi anche i momenti lievemente più interlocutori del programma.
La presenza di gemme come “Broken highway”, “Carry on”, “Find a reason“, "Face to face” e “Let the world know“, dove l’attrazione fatale si sviluppa in maniera intensa e istantanea, facilita, dunque, l’assimilazione di "Hold back the night”, "Closer”, "The greatest” e “War of love”, in cui il “contagio” appare meno imperioso e tuttavia ben rilevabile.
Siberia”, "Can’t stop what we started” e “Lost without you” enfatizzano il lato squisitamente mainstream del gruppo, e sebbene la qualità si mantenga su livelli più che onorevoli, l’insidiosa ombra del manierismo e dell’eccessiva edulcorazione rischia di velare l’efficacia dei brani.
In conclusione, quei Creye che all’esordio mi erano sembrati emergenti di valore e personalità, in “II” confermano l’impressione pur perdendo qualcosa in fatto di spontaneità e tensione emotiva, ma se le Terre del Nord continuano a produrre ottima musica, è anche per merito loro.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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