Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:37 min.
Etichetta:Les Acteurs de l'Ombre Productions

Tracklist

  1. COLèRE NOIRE
  2. MALTHUSIEN
  3. ENNEMI(E)S
  4. SéPULCRE
  5. GLYPHE DE SANG
  6. HéRITIER MORT-Né
  7. TRISTE SIRE

Line up

  • Clement Flandrois: vocals, guitars, samples
  • Alexis Chiambretto: bass
  • Nicolas Muller: drums

Voto medio utenti

Tornano, a tre anni di distanza dal debut, i francesi Hyrgal.
Tornano con un lavoro violento, dissonante, freddo.
Black Metal dal taglio "moderno", inconfondibilmente francese, ricco di pathos e di melodie dai contorni maestosi: la proposta del terzetto francese non delude e ci consente di dare un giudizio più che positivo di "Fin De Règne", album pubblicato dalla Les Acteurs de l'Ombre Productions, una etichetta ormai garanzia di qualità.
Gli Hyrgal creano musica dai toni chiaroscuri grazie all'alternanza di cieca violenza e partiture più lente, un connubio in cui viene fuori l'anima fortemente epica di un lavoro caratterizzato, inoltre, dal saper guardare in più direzioni al fine di rendere il suono mai scontato, ma sempre ricco di sfumature e di dettagli non solo indovinati e di classe, ma anche molto intelligenti.
Il gruppo, infatti, pur restando nero e gelido, arricchisce la sua proposta con soluzioni non "tipicamente" black, anche grazie ad una tecnica strumentale di tutto rispetto, e si dimostra capace di amalgamare nella sua proposta inflessioni Death, Doom, soprattutto nella seconda parte del disco che risulta meno irruente, arpeggi spettrali, e, qui e la, Heavy più classico per un risultato finale non solo di elevato spessore, ma anche di forte personalità (l'artwork è, ad esempio, indicativo in tal senso), sebbene il richiamo alle dissonanti trame dei Deathspell Omega e alle atmosfere dei Peste Noire siano ombre sempre presenti sul lavoro, per quanto gli Hyrgal si muovano in ambiti piuttosto lontani dai maestri di Poitiers ed Avignone.
"Fin De Règne" è, dunque, un album brutale, maestoso, e, come già sottolineato, epico, un prisma che filtra la luce scomponendola in più direzioni in grado di regalarci sette brani nei quali è difficile trovare qualcosa fuori posto, sia se si guarda all'uso multiforme delle voci (in scream e "pulite"), sia se si guarda al riffing tagliente ed, in generale, al comparto strumentale sorretto da una registrazione perfetta nell'esaltare la gelida atmosfera battagliera di un album da ascoltare più e più volte per coglierne ogni inflessione ed ogni particolare.
Il tutto all'insegna del nero e della ricercatezza compositiva.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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