Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:64 min.
Etichetta:ATMF

Tracklist

  1. AB VITA MORTE (IN FIDEI ABITUS)
  2. INTERMEZZO I
  3. FUNDAMENTUM ET FACTUM
  4. INTERMEZZO II
  5. MORS IMPERATRIX MUNDI
  6. POSTLUDIUM
  7. EGO SUM
  8. SIC JUVAT IRE SUB UMBRAS
  9. THE GATE OF NANNA

Line up

Non disponibile

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Come da usanza della giovane Aeternitas Tenebrarum Music Foundation, i gruppi prodotti da quest'etichetta arrivano a noi in forma quasi totalmente sconosciuta. Gli Urna non fanno eccezione, e tutto ciò che ci è dato di sapere sono gli pseudonomi dei due musicisti responsabili del progetto: MZ e RM. Il resto è affidato all'etichetta "funeral doom black metal sperimentale", che come sempre in questi casi può significare tutto o il contrario di tutto. A un primo acchito è innegabile la presenza della componente doom nella musica degli Urna, quasi sempre lenta e ossessiva nel suo incedere che non è pachidermico ma delicato, quasi in punta di piedi. E' altrettanto palese la passione del duo per l'ambient atmosferico che permea tutte le composizioni, ma che si esprime nella sua pienezza in particolare negli intermezzi. Dilatate divagazioni a base di tastiere sperimentano probabilmente l'alternanza tra l'inquietudine e il dolore, espresso dalle improvvise esplosioni elettriche che riportano alla mente i terrificanti esperimenti degli Abruptum (senza la componente self-harm dell'automutilazione, almeno credo). E' in queste parti che esce anche l'influenza black metal, ricercata nello scarno riffing, nel rincorrere dei blast beat e nel growling/screaming che accompagna gli altri strumenti. Impossibile descrivere l'album traccia per traccia, visto anche il continuum realizzato tramite l'assenza di pause poste a distinguere i singoli episodi. Così come l'ho descritto "Sepulchrum" è un album solo per appassionati: chi non ama queste sonorità farà meglio a starne assolutamente alla larga, chi invece ha apprezzato le sperimentazioni ambient di Lunar Aurora o Limbonic Art potrebbe trovarci pane per i propri denti. A me è piaciuto, ma con moderazione. Questa musica è difficile, e non trasmette voglia di essere ascoltata con frequenza, soprattutto se non sono in atto quelle condizioni psicofisiche in grado di rendere più recettiva la nostra mente nei confronti di queste esperienze. Ma tutto sommato l'ATMF ha fatto propria l'ennesima realtà da seguire con attenzione.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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