Mi scuso subito con gli abruzzesi Sothis per il ritardo accumulato per questa recensione. Di positivo c'è da rimarcare che questo ritardo è da incolparsi alla qualità del loro debutto. Difatti, rispetto a voti negativi sparsi qua e la su altri portali metal, a me il loro cd è piaciuto molto; a tal punto di incastonarsi nel mio lettore in una sorta di loop ipnotico. Due settimane, o quasi, di ascolto ininterrotto che mi hanno portato ad un giudizio finale sicuramente positivo. La proposta del combo di Teramo si basa su di un thrash metal molto old style, sferzato da vocals in screaming ultra-abrasivo, e da un certosino lavoro di arrangiamenti, soprattutto per quanto riguarda le melodie di chitarra. Quello che la band paga in termini di originalità viene spazzato via dall'incredibile energia che queste otto canzoni riescono a sprigionare. Brani secchi, violenti e tirati, domati comunque da un senso per la melodia e per la forma canzone che molte band dimenticano per strada, perse come sono nel pestare ad minchiam sui propri strumenti. I Sothis amalgamano al meglio le canzoni tratte dal demo " Instinct ", che pagano dazio leggermente alla polvere del tempo, con brani di nuova scrittura, per un quadro complessivo davvero incoraggiante. Non vinceranno certamente il premio come miglior thrash band del globo ma un ascolto, ed un acquisto, sono obbligati.
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