Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:46 min.
Etichetta:GMR Music

Tracklist

  1. RIGHT AWAY
  2. I WON'T CRY OVER U TONITE
  3. STRANDEAD (TRAPPED IN A HEARTBREAK ZONE)
  4. WUT ARE YOU WAITING FOR
  5. SHAME ON U
  6. WALKIN' THE WIRE
  7. GIMMIE THE FIRE
  8. TAKE ME TO YER HEAVEN
  9. I DUNNO WOT TO SAY
  10. THE WARRIOR
  11. GUILTY OF LUV IN THE 1ST DEGREE

Line up

  • Pelle Saether: vocals
  • Janne Stark: guitar
  • Dennis Vestman: guitar
  • Stefan Westerlund: bass
  • Joakim Jonsson: drums

Voto medio utenti

Per apprezzare i Grand Design sono necessarie almeno due condizioni: amare alla follia i Def Leppard e non disdegnare le voci acute e altisonanti.
In realtà, c’è un terzo presupposto importante, e cioè accettare senza sbarranti preclusioni che un gruppo s’ispiri piuttosto “pesantemente” a un altro, aggiungendo, però, a tale devozione una bella dose di energia, di un tipo che il suddetto nume tutelare sembra aver smarrito.
Insomma, smarcati i requisiti “essenziali”, non resta che affidarsi a questo godibilissimo “V”, ennesima trascrizione in salsa scandinava del sublime modus operandi del migliore Leopardo Sordo, stavolta riprodotto, a ben sentire, anche con un pizzico di minore “sfacciataggine”.
Pilotati dall’ugola cristallina di Pelle Saether, gli svedesi sfornano un’altra bella collezione di canzoni trascinanti, solari e ricreative, perfette per sollevare un minimo gli animi in periodi ansiogeni e mesti come quelli che purtroppo stiamo vivendo.
Descrivere i singoli frammenti dell’opera, alla luce di quanto appena affermato, appare probabilmente più superfluo del solito ed ecco che mi limiterò a segnalare quelli che personalmente mi hanno coinvolto in maniera maggiore, impressionando vivamente la mia ormai costipata memoria di avido rockofilo.
Right away”, innanzi tutto, che vi predisporrà immediatamente al benessere cardio-uditivo, e poi "Strandead (Trapped in a heartbreak zone)”, "Walkin' the wire", “Gimmie the fire”, “I dunno wot to say” (curiosa la rievocazione di Slade e, di riflesso, Quiet Riot, nei titoli …), "The warrior" e “Guilty of luv in the 1st degree”, tutta “roba” in grado di stimolare una produzione piuttosto rilevante di serotonina.
Coerenza, competenza e verve continuano a essere le migliori qualità dei Grand Design, una formazione capace di propugnare con innata disinvoltura la “causa” della grintosa spensieratezza espressiva … praticamente impossibile, e per moltissime ragioni, che riescano a ricalcare le gesta di chi li ha così palesemente influenzati (lo ripeto, lievemente meno che in passato, e chissà che questo possa rappresentare un segnale importante per il futuro del gruppo …), ma se l’esuberanza di certi suoni vi manca, “V” vi procurerà le emozioni di cui avete bisogno per ritemprarvi dalle tante fatiche del vivere quotidiano.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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