Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:47 min.
Etichetta:Roadrunner Records

Tracklist

  1. IX
  2. WHAT THE DEAD MEN SAY
  3. CATASTROPHIST
  4. AMONGST THE SHADOWS & THE STONES
  5. BLEED INTO ME
  6. THE DEFIANT
  7. SICKNESS UNTO YOU
  8. SCATTERING THE ASHES
  9. BENDING THE ARC TO FEAR
  10. THE ONES WE LEAVE BEHIND

Line up

  • Matthew Heafy: voice, guitar
  • Corey Beaulieu: guitar
  • Paolo Gregoletto: bass
  • Alex Bent: drums

Voto medio utenti

I Trivium li ho sempre considerati una band interessante e sottovalutata e comunque lontana dal luccichio del mainstream del Modern Metalcore che spesso porta i gruppi a comporre dischi mediocri.
Il nuovo "What The Dead Men Say" riconferma lo status di band per pochi, posto che il loro Thrash ricco di groove e di spunti Nu Metal/Metalcore ha un'aurea di oscurità, di incombente minaccia anche quando le melodie sono accessibili come nella bellissima ballad "Bleed Into Me" o nel mid - tempo "Catastrophist" o ancora in "Scattering The Ashes".
L'evoluzione del suono della band è evidente in tutto il disco e in alcuni frangenti ("The Defiant") si hanno addirittura delle assonanze con gli In Flames
Ottimo il lavoro delle chitarre nel creare riff articolati e potenti, della sezione ritmica che alterna velocità a rallentamenti con ritmiche sincopate e grandissima la prova vocale di Matt Heafy rabbiosa, convincente e in grado di passare con estrema disinvoltura dal clean al growl ( per fortuna sono lontani i tempi in cui era un clone dell'insopportabile timbro di Hetfield ) avvicinandosi invece molto a Corey Taylor.
La titletrack è un furioso attacco Thrash che arriva dopo l'intro strumentale "IX" e che detta le linee stilistiche del lavoro, riffama aggressivo, ritmiche veloci e chorus melodici ed aperti, "Among The Shadows And The Stones" invita al pogo e in sede live promette sfracelli, "Sickness Unto You"di ricorda il nu metal malato e perverso dei migliori Slipknot, "Bending The Arc To Fear" è furiosa e riconferma la grande prova alle pelli di Alex Bent, chiude "The Ones We Leave Behind" una sorta di ballad sostenuta da ritmiche furiose, riff serrati e doppia cassa a manetta.
Considero questo album appena uscito un deciso passo in avanti per la band americana che si conferma tra i migliori act in circolazione in ambito modern Metalcore, quello cazzuto però, fatto di passione, tecnica e furia.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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