Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:42 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. (UN)DROWNED
  2. CATALYST
  3. FALSE SHEPHERDS
  4. RESURRECTION OF WRATH
  5. CARRIERS
  6. RID THE EARTH OF THE HUMAN VIRUS
  7. SUNSET OF MANKIND
  8. LIFELESS
  9. ERUPTION IN REVERSE
  10. TORCHBEARER
  11. DEATHLESS

Line up

  • Benjamin Donath: bass
  • Sebastian Heldt: drums
  • Stefan Keller: guitars
  • Tobias Buck: guitars
  • Benjamin Hilleke: vocals

Voto medio utenti

I teutonici Neaera, gruppo “Melodic Death Metal”, rilasciano il loro settimo album omonimo, undici tracce di pura potenza, accompagnate da un’atmosfera cupa e violenta, che non lasciano il tempo di prendere fiato.
Ma partiamo subito con questo percorso avviato da “(Un)drowned” traccia introduttiva, cupa, lenta, che apre le danze alla seconda traccia “Catalyst”, brano che mette subito in risalto le doti tecniche ed estreme della band.

Il riff iniziale veloce ed estremo arriva dritto come pugno in faccia, la voce da' la giusta dose di rabbia e potenza per proseguire in questa serie di cambi ritmici veloci e taglienti. La struttura del brano è ben definita e le fasi slow caricano il pezzo di enfasi, rendendolo ancora più potente.
Proseguendo con l’ascolto troviamo “False Shepherds”, seconda traccia del disco che fa salire l’ adrenalina, brano veloce, estremo, con un drumming a tratti black.
La caratteristica di questo lavoro oltre alle atmosfere cupe ed eteree sono le chitarre molto potenti ed amalgamate alla perfezione che creano quella sensazione carica di rabbia e forza ma che a tratti lasciano respirare con delle melodie armonizzate e taglienti.
Il quinto brano “Carriers” mi ha colpito molto e tra gli undici brani, eseguiti alla perfezione, è difficile averne uno di punta, ma il riff violento iniziale mi ha conquistato subito.
Il mood del chitarrista è estremo e preciso, senza nessuna sbavatura o indecisione e riesce a dare la giusta dinamica ad ogni brano, cosa fondamentale nei lavori di questo genere.
Oltre ritmiche potenti troviamo anche parti di assoli perfette e saldate al punto giusto e nel settimo brano “Sunset of Mankind” troviamo un tapping lento meraviglioso, che viene valorizzato dalle ritmiche serrate di basso chitarra e batteria.

La potenza del disco aumenta andando avanti con i brani e “Lifeless” ,ottavo brano, alza il tiro. Il drumming estremo lancia il brano verso una corsa a velocità massima, senza freni, innalzando la forza e la potenza dei brani e la voce graffiante e adrenalinica fa il resto.

Nel nono brano di questo lavoro, “Eruption in Reverse”, si raggiunge l’apice del death melodico, in particolare nella parte finale del brano, in cui sentiamo come un arresto, un freno a tutto e qui parte un riff di chitarra lento, pesante , quasi doom, che si ferma su delle note lunghe, cupe, ansiose, che poco dopo vengono esaltate per l’ennesima volta da questa ritmica veloce e potente.

Questo lavoro è stato fatto alla perfezione, vi si trova dentro tutto , melodia, violenza, potenza e la produzione ha esaltato al meglio tutte le sfumature del sound della band.
La scelta sonora delle chitarre è stata ponderata magistralmente, anche perché se non si sta attenti in questo genere si rischia sempre di avere troppo gain ,rischiando il caos sonoro.

Concludendo, il disco scorre molto bene, non risulta noioso, anzi porta l’ascoltatore a non fermarsi ad un primo ascolto.

Recensione a cura di Francesco Corapi

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