Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:46 min.
Etichetta:Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum

Tracklist

  1. ITIMA

Line up

  • Lalartu: all instruments

Voto medio utenti

Un unico brano per 46 minuti di musica.

Niente male per il ritorno dei misteriosissimi Titaan e del suo leader Lalartu.

L'idea di scrivere un album composto da un solo pezzo non è certo nuova, nemmeno in ambito estremo, tuttavia ritengo la scelta dei Titaan, sia coraggiosa, sia indovinata poiché le diverse anime che compongono il suono di questo gruppo appaiono meglio amalgamate, rispetto all'esordio, e meglio definite probabilmente proprio grazie alla scrittura di un singolo pezzo piuttosto che di diversi brani.
L'atmosfera di "ITIMA", al pari del disco di esordio, resta fortemente esoterica e, per lunghi tratti, inquietante, mentre la componente propriamente metal, una sorta di ibrido black / death, ci appare molto meglio congegnata ed integrata in modo pressoché perfetto tanto con le partiture dal sapore religioso che, in continuazione, spezzano l'aggressività degli strumenti elettrici, tanto con lo scream acido e velenoso di Lalartu.
"ITIMA" sembra possedere una sorta di pulsione sinfonica che si dipana durante l'ascolto della colata di note che, incessante, ci sbatte contro con la forza distruttrice di una tempesta, lasciandoci senza respiro e basiti di fronte alla violenza che, spesso di sorpresa, esplode quando i ritmi sembrano farsi più moderati e la melodia sembra emergere anche grazie a pregevoli, ed inattese, partiture arpeggiate e ad un uso davvero eccellente sia delle tastiere sia delle vocals "occulte" che arricchiscono il prisma espressivo del disco.

Titaan rinuncia, su questo album, alla componente dark ambient che invece era stata tipica del disco precedente, ma amplifica la ricerca di atmosfere dal sapore sulfureo che danno vita a veri e propri rituali magici dedicati ad entità degli abissi e che ben si sposano, sebbene ne siano lacerate, alla brutalità del black metal che fende l'aria ed avvolge tutto in un nero che più nero non si può.
"ITIMA" è, dunque, un lavoro complesso, contorto, in costante mutazione, violento ma audace nella ricerca melodica, monolitico in alcuni tratti, gelido in altri, ma sempre, costantemente, estremo in ogni sua singola piega come se Lalartu avesse voluto vomitare al suo interno tutto il suo odio e tutti i suoi demoni, demoni ai quali, ne sono sicuro, quest'opera è dedicata ed ai quali sicuramente piacerà.

Un vortice magniloquente, buio, dissonante, pericoloso, dall'antico sapore di culti ormai sepolti è pronto ad avvolgervi: Lalartu ne sarà il sacerdote, voi i discepoli, la musica il testo sacrilego.

Album da ascoltare e riascoltare anche se ne sarete spaventati.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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