Copertina 8

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE GETAWAY
  2. DOGNATION
  3. MR. CLEAN
  4. AFTER ALL
  5. ODDS & FRAUDS
  6. RED MY MIND
  7. SILLY CLONES
  8. NO ANGEL
  9. THE X-STREAMS
  10. POLAROIDS

Line up

  • Denis "Snake" Belanger: vocals
  • Denis "Piggy" D'Amour: guitars
  • Jason "Jasonic" Newsted: bass
  • Michel "Away" Langevin: drums

Voto medio utenti

La prematura scomparsa di Denis "Piggy" D'Amour avvenuta lo scorso anno, ci ha privato di uno dei musicisti più creativi ed originali emersi durante l'espansione metal dei primi '80. Le sue costruzioni chitarristiche imbevute di acido e sci-fi sono state fondamentali per ottenere la singolarità del Voivod-style, nato dalle basi comuni a tante altre bands dell'epoca ma cresciuto nel tempo in una direzione del tutto personale. Occorre dunque considerare "Katorz" l'ultimo atto della straordinaria storia dei Voivod "originali". Perchè se il distacco da Jean Yves Theriault ("Blacky") era stato metabolizzato da molti anni, rivelandosi addirittura vantaggioso con l'arrivo di un personaggio noto come l'ex-Metallica Newsted, la tragica perdita di Denis mina invece i fondamenti umani e musicali del gruppo canadese. Credo che da domani niente sarà più lo stesso, ma intanto il presente ci regala ancora un'album frutto del quartetto al completo. Infatti tutte le parti di chitarra utilizzate sono state registrate da Piggy nel momento in cui si è reso conto di aver perso la battaglia con la sua malattia Io ero già rimasto soddisfatto del precedente "Voivod", accolto invece con freddezza da molta gente, forse anche per quello che rappresentava per un fan della prima ora. Il ritorno dei canadesi dopo un lungo periodo di silenzio, la fine delle voci che li davano per sciolti, la ricomparsa del mitico Snake e la nuova presenza Newsted, la chiusura del periodo con Forrest che mi aveva ben poco entusiasmato, ed infine il netto ripristino delle inconfondibili trame spaziali Voivodiane. Era più che sufficiente per minimizzare qualche calo di tensione del disco ed alcuni cenni di prolissità, che avevo giustificato con la carica repressa accumulata negli anni di stasi. Purtroppo anche in quest'occasione gli avvenimenti impongono significati più profondi, capaci di distorcere la prospettiva in base al coinvolgimento con il quale vengono affrontati. Malgrado il rischio di peccare d'obbiettività, ritengo "Katorz" non solo un'opera di grande valore ma anche il miglior disco dei Voivod dai tempi di "The outer limits". Perlomeno ho la piccola soddisfazione di notare che prosegue sulla linea del predecessore, segno che la proposta era già allora più che valida. Ma è innegabile che nel frattempo vi siano stati notevoli progressi generali. Questo lavoro appare più compatto, asciutto, deciso e penetrante dall'inizio alla fine. In particolare è cresciuto l'equilibrio tra i vari brani, eliminando le oscillazioni qualitative di "Voivod". Chi ama la band potrà saziarsi con la classica ed impeccabile geometria ritmica dell'era "Nothingface", con i riffs affilati ed il tiro possente e robotico delle micidiali "The getaway", "Odds & frauds", "Silly clones", suggellate dall'immediatezza melodica distorta e sorniona caratteristica di Snake, vera ed insostituibile voce del gruppo. Thrash evoluto e futurista, groove heavy rock, distorsioni psichedeliche, correnti oscure, gelide atmosfere fantascientifiche, i vecchi fans dei canadesi ritroveranno un ambiente familiare nei sussulti ritmici allucinati di "Dognation" e nelle cadenze nervose e martellanti di "After all" e "Red my mind". Ma non manca neppure un colpo più violento e saettante come "The x-streams", per ricordare che tutto è cominciato con la rozza furia distruttiva di "War and pain". C'è anche l'occasione di notare come i Voivod siano insuperabili nel rendere sinistro e minaccioso un ritornello innocuo come quello di "No angel". Infine arriviamo al pirotecnico finale "Polaroid" che riassume impatto, tecnica, originalità e quel particolare senso di tragica magnificenza che i canadesi hanno saputo trasmettere nell'arco dell'intera carriera. Cosa aggiungere, i Voivod non sono mai stati una band di tendenza e non lo diventeranno ora dopo oltre una dozzina di albums. "Katorz" allungherà la discografia dei sostenitori di sempre e forse è giusto sia così. Io ho avuto la fortuna di seguirli in tutto il percorso, cominciando poco più che ventenne ed arrivando a oggi come uomo maturo. Con la scomparsa di Denis ho l'impressione che il legame ininterrotto con il passato dei Voivod si sia spezzato, comunque prosegua la carriera del gruppo, ed in fondo ad uno splendido disco resta il sapore amaro della perdita di un caro e vecchio amico.

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