Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:41 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. A LADDER - NOT A SHOWEL
  2. (YOU ARE ALL JUST) HUMAN BEINGS
  3. MAMA
  4. IT'S ALL OVER
  5. IN THE SHADOWS
  6. WE LOST A LOT OF BLOOD TODAY
  7. VULTURE CULTURE
  8. TWO WOLVES AND ONE SHEEP
  9. FEELING IS BELIEVING

Line up

  • Fredrik "Feffe" Berglund: guitar, vocals
  • Mattias "Matte" Jacobsson: guitar, vocals
  • Simon Solomon: guitar
  • Ola Henriksson: bass
  • Peter Asp: drums

Voto medio utenti

Nati nel 2009, gli svedesi di Gothenburg Bombus si sono fatti largo nello scenario internazionale hard rock/heavy metal, grazie ad alcuni lavori di ottimo rilievo come "The poet and the parrot" (2013) e "Repeat until death" (2016). Hard'n'heavy di spessore, con un piede nel passato e l'altro nel presente, grande compattezza ed energia, eccellenti capacità di songwriting e di variare la propria miscela inglobando suggestioni da vari sottogeneri del cosmo rock.
Il loro sound si può accostare a quello di bands come The Sword, Graveyard, Red Fang, Ruby the Hatchet, Horizont, per la trasversalità dell'approccio e delle soluzioni. Orizzonte musicale ampio, che unisce Black Sabbath e Motorhead, Queen e Mastodon, l'impatto potente e le melodie eleganti, in un flusso coerente di energia, dinamismo ed ottima costruzione dei brani.
Questo nuovo "Vulture culture" prosegue il solco tracciato dai precedenti lavori della band, con un approccio leggermente più metallico ed aggressivo. Lo si nota già nell'iniziale "A ladder - not a shovel", che parte con un tiro robusto e determinato per poi sfociare in una coda romantica e sognante. "Human beings" si avvicina invece ad un certo post-rock sanguigno e disperato, con grande profusione di assoli e chitarrismi assortiti. "Mama" è un altro brano Bombus-style, graffiante e melodico, intenso ed elaborato, con la roca voce di Berglund in evidenza ed una seconda parte dall'atmosfera marziale e drammatica. Un pò Mustash, un pò Mastodon.
Il disco prosegue alternando pezzi più rock-oriented, come la sofferta ed uggiosa "It's all over" o l'elaborata ma un pò stucchevole "We lost a lot of blood today", ad episodi graffianti e battenti ricchi di groove epidermico ("In the shadows", "Feeling is believing") ed ancora qualche richiamo al post-metal che coniuga massiccia rabbia metallica ed aperture atmosferiche, vedi "Vulture culture".

Sicuramente i Bombus hanno realizzato un buon album, corposo, ben suonato e pieno di richiami al miglior rock/metal. Forse manca ancora quel pizzico di carisma che porta all'eccellenza, ma possiamo comunque considerare la formazione scandinava come una dei migliori interpreti del settore.

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