Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:48 min.
Etichetta:Revalve Records

Tracklist

  1. DRACARYS
  2. OBLIVION
  3. BROTHERS IN ARMS
  4. SAILING TO MY FATE
  5. BLESSING IN DISGUISE
  6. THE DEVIL’S BRIDE
  7. A MARGIN OF LIFE
  8. IT'S MY TURN
  9. TRAIL OF DEATH
  10. PERFECT ILLUSION (LADY GAGA COVER)

Line up

  • Lorenzo Chiafele: drums
  • Gianni Valente: vocals
  • Alessandro Saracino: bass
  • Nicolas Coppola: guitars
  • Salvatore De Stratis: guitars

Voto medio utenti

Personalmente sono convinto che il Power Metal sia un genere chiuso e limitato: nel senso che se decidi di farlo in maniera “pura” e classica (filo-tedesca per intenderci) a lungo andare ricadi sempre negli stessi clichè, quindi per potersi distinguere nel proprio piccolo dalla massa, bisogna in qualche modo inbastardirsi. Bisogna essere un figlio bastardo nel senso che dobbiamo contaminare i classici stilemi del Power Metal con degli elementi ad esso estranei, come può essere contaminato con degli elementi Folk, o dagli elementi sinfonici (questa opzione in particolare è stata abusata e stuprata troppe volte), o ancora possiamo dargli una connotazione epica, progressiva, e chi più ne ha più ne metta.

I nostrani Soul Of Steel nella vana aspirazione di distinguersi dalla massa, inseriscono degli inserti elettronici. Per questo si distinguono dalla massa quanto si distingue un disco dei Six Feet Under da un’altro.

Fosse solo questo…

I Soul Of Steel miscelano apertamente il power metal con il POP più commerciale. La controprova di questa mia affermazione è la presenza di niente popò di meno che della cover di “Perfect Illusion” di LADY GAGA che chiude il disco. In qualche modo mi ricordano i Betraying The Martyrs che "coverizzano" la canzone di Frozen.
Altro elemento POP che troviamo in questo “Rebirth” è una semplice ed evidente ma odiosa scelta di missaggio: considerare la voce e i ritornelli melodici più importanti del “sottofondo” musicale. In pratica se quella in cui siamo accidentalmente incappati durante l'ascolto non è una parte strumentale si sente a malapena il lavoro di chitarre e tastiere, con annesso cambio di volume nelle parti strumentali, come se l’assolo o la intro (strumentale) sostituisse forzatamente la strofa ed il ritornello.

Tra i punti più bassi e orridi a livello melodico e compositivo troviamo la vomitevole accoppiata “Brothers In Arms” + “Sailing to my Fate”. Ottimi esempi di melodia melensa da cartoni animati. Roba che a mia sorella di 10 anni fa dire “l’umanità fa schifo”.

Consigliatissimo questo “Rebirth” se siete stitici da mesi, sbloccherà le vostre vie intestinali in men che non si dica!
Recensione a cura di Carlo Masoni

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