GF93 - The Bloody Bastard Remixes

Copertina SV

Info

Anno di uscita:2006
Durata:58 min.
Etichetta:Mechanism
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. DEMONOLOGY (BLOODY BUTCHER MIX)
  2. TRUSTPAY (MELTSKIN MIX)
  3. EIGHT YEARS (LOOZOO REMIX)
  4. BRING FUTHER SIGNIFICATION (SCRUB MIX)
  5. HE SEEMS TO BE SMILING (FORBIDDEN FOREST MIX)
  6. HEARTBEAT (PROMISE MIX)
  7. ENTER THE CULT (MANDELBROT'S THEORIES REMIX)
  8. OWN STYLE RESEARCH (BAYLEY STREET MIX)
  9. 25 TIMES FIRE DEVASTATES (VANGUARD REMIX)
  10. LESIVE (LAY DOWN MIX)
  11. CHRIST BUCK-RU (404 FILE NOT FOUND MIX)
  12. EARTHAGRAM (WDYSTIDT RMX)
  13. 25 TIMES FIRE DEVASTATES (VANGUARD XL REMIX)
  14. OSR (SLIPPER SOCKS MIX)

Line up

  • Carlo Bellotti: vocals
  • Mario De Giorgi: guitars
  • Fabio Baini: bass
  • Alvaro Buzzegoli: drums

Voto medio utenti

“The Bloody Bastard Remixes” non è il nuovo disco dei GF93, bensì un progetto che per certi versi è forse ancora più impegnativo. La band di Carlo Bellotti si è messa alla ricerca dei remixers più bastardi in circolazione, gente che avesse forti affinità con l’anima nera della band, e gli ha affidato una lunga serie di remixes tratti dai due dischi più rappresentativi della band, alias “Convulse All-Star” e l’ultimo “OSR”. Il risultato, o per meglio dire i risultati, sono davvero eccelsi. Già troppe volte abbiamo visto dischi interi di remixes, spesso raffazzonati, ma raramente avevamo visto un disco interamente pensato per esaltare le originali caratteristiche dei pezzi. Qui l’oscurità di pezzi come “Demonology” diventa una cappa opprimente nero pece, ossessiva, e la rabbia ne viene enfatizzata, in pezzi come “Own Style Research” o “Earthagram”.
Il disco così assume un mood omogeneo, anche perché l’opera dei remixers è indirizzata nel senso di rendere i pezzi il più underground possibile, se mi si passa il termine e se si comprende cosa intendo dire.
Ciò basta a rendere questo disco non il semplice lavoro riempitivo nella discografia di una band, ma un’opera meritevole e valida al pari dei dischi ufficiali, a dimostrazione che quando si uniscono le sinergie sulla base di una visione comune delle cose (pensate che questo disco è frutto del file-sharing, la band mandava i pezzi ai remixers sparsi per il mondo e questi rimandavano indietro di volta in volta i risultati, e così via fino al raggiungimento dell’obiettivo voluto) il risultato può essere davvero eccellente.
Certo per fruire appieno di questo disco sarebbe opportuno essere già aficionados della band, ma al tempo stesso anche chi non li conosce, potrebbe avvicinarsi attraverso questo disco che mantiene intatte le prerogative della band. Per quanto riguarda il voto non so quantificare, ma sono sicuro che è la cosa meno importante.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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