Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:19 min.
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. DEN ENSOMME DøD
  2. DRUKKENSKAPENS KIRKEGåRD
  3. VITNESBYRD
  4. BLODETS HVISKEN

Line up

  • Cerberus: bass
  • Myrvoll: drums
  • Haavard: guitars
  • Vicotnik: vocals

Voto medio utenti

Quando mi capita di leggere delle bio, in cui la label di turno enfatizza la volontà della band di omaggiare e riportare alla luce lo splendore delle radici del black metal di inizio anni ’90, mi si accende subito una grossa curiosità nonché una insita severità nel giudicare la proposta artistica … Con quest’attitudine preminente nell’animo mi sono messo all’ascolto dell’ep di debutto di questo quartetto norvegese composto da ex membri di bands molto conosciute all’interno della scena … Insomma, alla fine il deja vu è scattato? Sono riuscito a tornare adolescente ? No ! Direi proprio di no, quello che doveva essere un piacevole viaggio a ritroso nel tempo, si è dimostrato per lo più un viaggio “random” nel tempo, senza una destinazione precisa e senza neanche un chiaro piano che fosse realmente riconoscibile … se infatti l’opener “Den Ensomme Død” mi ha fatto pensare ad una sorta di Turbonegro ipervitaminizzati (ma neanche troppo) , la seguente “Drukkenskapens Kirkegård” , ci propone i Dold Vorde Ens Navn intenti a suonare black metal con attitudine thrash-core, infarcendo il pezzo di una buona varietà di stili vocali ( tra cui, purtroppo, anche dei pessimi cori vagamente ecclesiastici) che certamente donano freschezza e originalità, ma che allo stesso tempo creano un minimo di confusione che non agevola la fruizione e l’assimilazione del pezzo. “Vitnesbyrd” è una song dalle forti influenze avantguardistiche a la Arcturus (band che, a parte gli esordi, detesto … ) che crea ancora un mood diverso all’interno dell’album. Chiude “Blodets Hvisken” un pezzo a metà strada tra “Drukkenskapens Kirkegård” e “Vitnesbyrd” che crea così, finalmente, un minimo di legame artistico con quanto già ascoltato … Alla fine di questi 20’ ho avuto l’impressione di aver ascoltato diversi gruppi, non tutti propriamente compatibili che vengono però fatti forzatamente convivere sotto lo stesso monicker … A mio avviso urge che la band riesca a canalizzare e scremare le proprie intuizioni ed influenze, perché non sempre abbondanza di idee vuol dire qualità …

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