Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:69 min.
Etichetta:Underground Symphony

Tracklist

  1. HUMAN OROGENY
  2. CRYSTALLINE
  3. WE BELIEVE
  4. JUGGERNAUT IS COMING
  5. AFFINITÀ MORENTI
  6. WHISPERS IN THE DARK
  7. UNIVERSAL FLOW
  8. HORIZON
  9. COME LACRIME NELLA PIOGGIA
  10. RUNNING WILD
  11. SINS OF THE LAMBS
  12. POLYCHROME GLOWS
  13. AND ZARATHUSTRA SAID: HORIZON
  14. SENTO LA MORTE NEL SOGNO CHE VIENE
  15. DRYING HER TEARS
  16. IN THE DEPTHS OF THE VOID
  17. L'ULTIMA MADRE
  18. THE DOOM OF DESTINY
  19. NEL PROFONDO DELL'UNIVERSO
  20. BLUE STEAMS
  21. AL CALAR DELLA LUCE
  22. CHAOS VARIATION XVII

Line up

  • Fabio Sartori: bass
  • Diana Aprile: drums
  • Mattia "HeadMatt" Carli: guitars
  • Luca Moser: guitars
  • Francesco Vadori: vocals

Voto medio utenti

I Chaos Factory esordiscono con un album ambizioso, non facile, pieno zeppo di idee a volte non originalissime e spesso non perfettamente a fuoco.

Le 22 (!) tracce che costituiscono il doppio “Horizon” vantano la partecipazione del celebre Luca Ward - in veste di ospite/voce narrante in una manciata di episodi indubbiamente evocativi - e un range di sonorità che spazia dal metal sinfonico “battagliero” (preponderante) al jazz (penso alla soffusa e conclusiva “Chaos Variation XVII”).

In mezzo a tutto questo c’è però anche un po’ di “confusione”: se tracce come “Human Orogeny”, “We Believe”, “Juggernaut Is Coming” sono in grado di rievocare maestri come Dark Quarterer e Iron Maiden, i numerosi interludi narrati o sinfonici alla Realms Of Odoric tendono troppo spesso a spezzare/diluire un ascolto già di per sé molto impegnativo (cito tra gli altri solo “Universal Flow”, “Drying Her Tears” e “The Doom Of Destiny”).

Difficile inquadrare brani come “Whispers In The Dark” (immaginate Elvis Presley in salsa heavy), “And Zarathustra Said: Horizon” (ricordate “Nessun Dorma” dei Manowar?) o l’etnica/elettronica “In The Depths Of The Void”, che dimostrano buona volontà ma ancora un pizzico di inesperienza.

Nulla da dire sulle doti del combo nostrano, ma è ancora presto per gridare al miracolo.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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