Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:49 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CARMINE PREFACE
  2. STERLING BLACK ICON
  3. WEAVE THEIR BARREN PATH
  4. DEAR FLOATING WATER
  5. BREATHE IN THE BLACK TO SEE
  6. RIDE FOR A FALL
  7. A FAINT ILLUMINATION
  8. LIVE FOR THIS MOMENT, STAY 'TIL THE END
  9. SCYTHE OF SCARECROW
  10. ONWARD TO THE FINGER OF GOD
  11. STAND THE TEMPEST
  12. CHAMBRE NOIRE

Line up

  • Sam Anetzberger: vocals
  • Stefan Weimar: guitars, vocals
  • Sascha Ehrich: electric, acoustic guitars
  • Wolle Schellenberg: bass
  • Ingo Maier: drums

Voto medio utenti

" Sterling Black Icon: chapter III, black but shining " è il terzo atto in musica del concept filosofico dei Fragments Of Unbecoming, melodic death band proveniente dalla Germania. Questo disco segue il panegirico incominciato con il primo mini cd del 2002, " Bloodred Tales: chapter I, the crimson season ", proseguito con il primo full lenght della band, uscito nel 2004 ed intitolato " Skywards: chapter II, a sylphe's ascension ". Questo dischetto è stato anche il primo inciso per la Metal Blade, label che ha perso un pò di lucidità e potenza nel corso degli anni, cosa che viene confermata dall'ingaggio di questi Fragments Of Unbecoming. Il perché è presto detto: il disco è un concentrato di cliché abusati da innumerevoli bands, scopiazzando con risultati altalenanti il lavoro svolto negli ultimi 10 anni da una delle band più influenti del genere, ossia i Dark Tranquillity. I tedeschi non hanno dalla loro il carisma tipico di Stanne e soci, rimanendo quindi soffocati da un peso storico obiettivamente difficile da gestire. Un vero peccato perché comunque le canzoni risultano piacevoli da ascoltare, suonate come sono molto bene; il problema di fondo, come spesso accade in casi di eccessiva ascendenza, è capire se ci si sta esaltando per il sound della band da recensire o perché affiorano alla mente le gloriosa gesta della band ispiratrice. Consigliare l'acquisto è per me difficoltoso, se non a coloro che non possono fare a meno di ascoltare del death tecnico e melodico per 24 ore al giorno, fregandosi di quella parolina spesso sconosciuta chiamata " originalità ". In definitiva assegno un 6 politico alla band, un voto giustificato dai motivi fin qui elencati: a voi la scelta.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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