"WE ARE DIABOLICAL!
WE ARE DIABOLICAAAAAALLL!!"

Inizia in questo modo il quinto full-length del combo svedese, quasi declamando con forza e ferocia il nuovo corso del loro sound intrapreso negli ultimi tempi, virato da un death metal degli esordi (targati la nostrana Scarlet Records) di scuola classicamente At the Gates - Soilwork e Darkane ad un black metal ad un death metal molto tecnico e violento, di scuola Septic Flesh, Nile e Gorguts, durante i dischi - di successo - che sono usciti negli scorsi anni per Vici Solum Records.

Tanto è stato il gradimento che per loro la Indie Recordings, etichetta di Oslo che solitamente mette sotto contratto solamente formazioni norvegesi, ha fatto un'eccezione, pubblicando il nuovo "Eclipse", un disco che compie la terza virata stilistica della band di Stoccolma, già preannunciata con l'EP "Umbra" del 2016, ovvero fatto di un mix tra death e black con partiture progressive, aperture a-la-Opeth e Katatonia, comunque mantenendo una certa integrità di fondo, senza andare a sputtanarsi in sound plasticosi o "finto-cattivi" come molti loro colleghi provenienti dalla Polonia o dalla stessa Norvegia.

La band di Widda, già al lavoro come chitarrista dei seminali Centinex, è molto progredita in questo senso, dando luogo a composizioni articolate ma mai barocche, sempre ben bilanciate tra eleganza e ferocia e tra momenti più compassati e riflessivi ed altri con assalto all'arma bianca.

"Black Sun" racchiude molto del nuovo mondo dei Diabolical che con Eclipse ripartono per la terza volta, senza disdegnare il passato (basti ascoltare l'inizio di "Failure", che vale sia per la prima sia per la seconda fase della loro carriera) e proponendosi in una veste assai più articolata e variegata: ai fan già acquisiti della band è richiesta un po' di tolleranza ed apertura di mente, qualità che tuttavia non dovrebbero mancare visti i pregressi.

Interessanti e senza dubbio tecnicamente sopra la media.