Forse i più ferrati in materia fra di voi conosceranno
Zack Rose per la sua militanza quale chitarrista nei più famosi
Nunslaughter in cui ha militato per 13 anni prima di lasciare definitivamente la band di
Don of the Dead.
Ebbene il nostro ha parallelamente condotto nel tempo il progetto
Nekrofilth a cui, dopo una serie lunghissima di collaborazioni (d’altronde cosa aspettarsi da qualcuno proveniente dai
Nunslaughter no?) ha deciso di dedicare tutte le sue energie.
“Worm ritual” segue di cinque anni il precedente full-lenght
“Devil’s breath” e non si discosta – fortunatamente – dalle coordinate del suo predecessore continuando imperterrito sulla strada bastarda a cavallo fra metal/punk.
Irriverente, sudicio, blasfemo e alcolico,
“Worm ritual” attualizza al secondo decennio degli anni 2000 la concezione di death metal dei
Repulsion di
Scott Carlson con brani veloci e schizoidi in cui non manca quel pizzichino di melodia, specie nei ritornelli, che rendono le quindici tracce (compresa la cover di
Poison” dei
Venom) che lo compongono ancora più accattivante.
Ovviamente lo scopo di
Zack Rose non è quello di ammaliare l’ascoltatore, bensì di trascinarlo a sé come in un vortice, strappandolo dalla propria sedentarietà con una iniezione di adrenalina partendo da
“Ready to defile” passando per “Rot with the dead”, “Night of the leech”, “Feast of the rats” ,“Gutter oil” fino alla conclusiva
“Horror of the crypt”.
Se non avete voglia di raccogliere sfide complicate oppure di ascoltare musica cerebrale, allora “Worm ritual” farà al caso vostro.
Difficile, molto difficile non lasciarsi coinvolgere.
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