Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:43 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. ARRIVAL
  2. ONE WITH THE SUN
  3. THE PENDULUM
  4. A LEAP THROUGH MATTER
  5. RIDE ON
  6. THE TRAVELER
  7. REVIVING WAVES
  8. LEAVE THE COAST

Line up

  • Christoffer Bråthen - Vocals, Guitars
  • Kristian Ingvaldsen - Guitars
  • Jonas Bye - Bass
  • Carl Christian Holm - Drums

Voto medio utenti

La band norvegese dei Flight ci propone il nuovo full length come un mix di metal ottantiano unito all'hard rock settantiano.
Dopo un primo brano strumentale, con "One With The Sun" prende forma il sound del gruppo caratterizzato da riff piuttosto articolati, solos che spesso fanno da sottofondo alla liriche e twin guitars, il tutto sorretto da una base ritmica che non picchia mai più del necessario e vocals piuttosto deboli e piatte da parte del buon Christoffer Bråthen.

Nelle note che accompagnano la bio del gruppo di dice che il suono si rifà a band come Judas Priest e i Saxon, ma in realtà di classix - metal o di NWOBHM non c'è traccia se non in modo sfumato ed occasionale ( la titletrack su tutte ). Le chitarre sono appena distorte, i ritmi quasi tutti mid tempo, quello che mi viene in mentre piuttosto è il sound di un'altra grande ( e sottovaluta) band dei settanta vale a dire i Blue Oyster Cult, anche se qui siamo lontani dalla classe e dal sound visionario dalle tinte sci/psych/progressive/metal del gruppo americano.
Accenni ai Boston li troviamo nelle chitarre di "Ride On", mentre "The Traveller" suona molto rock settantiano, "Reviving Waves" è forse il pezzo migliore, un hard rock tirato con le chitarre a disegnare trame molto efficaci ( e qui pure classix -metal ) pur nella loro semplicità di fondo, con finalmente un solos degno di nota, pur se molto scolastico nella sua esecuzione, altrettanta degna di nota la conclusiva "Leave The Coast" col suo incedere deciso, il riffama prorompente e ottantiano.
Ma d'altronde non è certo la tecnica che dobbiamo cercare in lavori come questo, quanto il "mood", l'atmosfera vintage che si vuole ricreare e in questo senso il disco può soddisfare molti


Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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