Black Alice - Endangered Species (Reissue)

Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:52 min.
Etichetta:Pure Steel Records
Distribuzione:Soulfood Music Distribution GmbH

Tracklist

  1. NO WARNING
  2. RAT CATCHERS EYES
  3. RUNNING HOT, RUNNING WILD
  4. HELL HAS NO FURY
  5. WINGS OF LEATHER
  6. IN THE HALL OF THE ANCIENT KINGS
  7. PSYCHO
  8. ROLL THE DICE
  9. BLADE OF SLAUGHTER
  10. POWER CRAZY
  11. HELLHOUSE (BONUSTRACK)
  12. MAN OF METAL (BONUSTRACK)
  13. KNIGHTMARE (BONUSTRACK)

Line up

  • Rob Hartley: vocals
  • Vince Linardi: bass
  • Jamie Page: guitars
  • Joe Demasi: drums

Voto medio utenti

Strana storia quella dei Black Alice band Hard Rock / Heavy Metal, nata a Perth, in Australia. 
La band che inizialmente si chiamava Gypsy, stando alle parole del chitarrista Jamie Page, aveva pensato di cambiare il proprio nome in Metallica, prima di scegliere (e vedremo come ) il nome Black Alice.
Il tutto col benestare del co-produttore Gary Keady, figura che diventerà molto importante per la pubblicazione del loro primo album, “Endangered Species”.



Il lavoro fu pubblicato nel 1983 da un'etichetta inglese chiamata Street Tunes Records, co-prodotto appunto, da Gary Keady e registrato a Singapore.


“Endangered Species” è stato pubblicato anche in Europa ma sfortunatamente, a causa di problemi finanziari e di gestione, la band non ha mai potuto venire nel vecchio continente per sostenere l'album con un tour.

Quando Gary Keady era nel Regno Unito per promuovere l'uscita dell'album con la Street Tunes Records, ha anche trovato il tempo di "inventarsi" l’idea dell’artwork, in cui si vede in primo piano un uomo che indossa una maschera radioattiva radioattiva nel deserto post-apocalittico australiano, l’uomo ritratto sarebbe lo stesso Keady. 


Sempre secondo quanto detto dal chitarrista Jamie Page, il nome della band nasce proprio dalla copertina del disco.
L’imponente massiccio roccioso che appare sullo sfondo si chiama Ayres Rock, vicino alla città australiana di Alice Springs, da qui Black Alice.

“Man Of Metal” “Hellhouse” sono due canzoni che nel 1983 non trovano spazio in “Endangered Species”, recuperare e inserite in questa ristampa come bonus track.


Gary Keady successivamente ha scritto un cortometraggio intitolato Knightmare ispirato proprio alla copertina dell'album “Endangered Species” che includeva un personaggio chiamato "Black Alice”, interpretato dal cantante Rob Hartley.
Il concetto è stato poi sviluppato in un Fantasy Musical Film uscito nel 1988, intitolato “Sons Of Steel”, con protagonista ancora una volta lo stesso Hartley.


I membri originali dei Black Alice, Rob Hartley e Jamie Page si occuparono anche della colonna sonora di “Sons Of Steel” .

Come probabilmente si può intuire dalle informazioni che ho presentato, i Black Alice non hanno mai avuto molte possibilità di emergere nel music business, soprattutto per la mancanza di un sostegno finanziario adeguato.
Non sorprendere dunque che “Endangered Species” soffre di una registrazione a basso budget, dando un aspetto piuttosto approssimativo al risultato finale del prodotto.

Troviamo dunque canzoni grezze, figlie di quello stile che nel 1983 vedeva gli Ac/Dc protagonisti in patria e non solo, ecco dunque che Rob Hartley di tanto in tanto cerca di “interpretare” il suo collega Brian Johnson e anche quando non urla, Hartley sembra serrato e dolorante.


In tutto l'album, Jamie Page suona uno stile di chitarra essenziale e senza fronzoli.

“Wings Of Steel” richiama alla mente giacche di jeans smanicate e odore di benzina ed è probabilmente l’episodio migliore presente nel Long Playing.
Mi piace parlare di L.P. riscoprendo la suddivisione in Side A e Side B che nella versione originale vedeva le canzoni inserite in un ordine diverso da questa ristampa.

Lato A

"Wings of Leather, Wings of Steel"
"
Psycho"
"Hell Has No Fury Like Rock 'n' Roll"
"Blade of Slaughter"

"In the Hall of the Ancient Kings"


Lato B
"Roll the Dice"
"Running Hot, Running Wild"
"Rat-Catcher's Eyes"
"Power Crazy"
"No Warning"


Oltre quelle dei loro compatrioti Ac/Dc sono ben identificabili le ispirazioni tratte da Judas Priest e Accept, Ok la loro proposta musicale è la stessa di innumerevoli gruppi di quel periodo, ma resta il dubbio che avrebbero potuto avere più successo se non avessero avuto i problemi di cui abbiamo parlato, bisogna poi considerare che nel 1983, l’Heavy Metal era un genere musicale di “nicchia”, underground in cui emergere era decisamente più difficile che ai giorni nostri.

La band non sembra mai tesa, dando alle canzoni un’espressione libera e viva, “In the Hall of the Ancient Kings” è un pezzo sperimentale e atmosferico, se pensiamo che esce nel 1983, probabilmente era una scommessa, e penso che abbia funzionato.

Riassumendo potrei dire che “Endangered Species" è un album imperfetto, tuttavia con alcuni momenti importanti pur essendo consapevole che ascoltarlo nel 2018 potrebbe risultare ostico.


Alcune curiosità relative ai Black Alice inserite in questa rece, sono state tratte dal sito ufficiale Sons Of Steel.

Recensione a cura di Fabio De Carlo

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