Copertina 6

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2001
Durata:52 min.
Etichetta:Listenable
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. STIGMATA
  2. EXIT MOULD
  3. URBAN WALLS
  4. NINE 8
  5. SPIRAL
  6. REVELATION
  7. ... ACCORDING TO X
  8. PALE SUIT OF...
  9. MR. TRENHCOAT
  10. THESE OLD RAGS
  11. HOLY SUMMER
  12. MISTAKEN IDENTITY

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Decisamente ben poco metallica l'aria che si ascolta sul terzo album (più un EP di debutto) per i norvegesi Pale Forest. La loro bio tenta l'accostamento ai The Gathering, con i quali sono anche stati in tour, e direi che non saprei trovare paragoni più azzeccati. L'album si regge praticamente solo sulla voce di Kristin Fjellseth, che però si mantiene sempre etera, quasi timorosa di affondare il colpo. La musica si allinea all'impostazione adottata della vocalist, mantenendosi su atmosfere mai troppo malinconiche, spesso "leggerine", con le chitarre pulite pulite, ed in ogni frangente i vari strumenti sembrano messi lì solo a fare da contorno alla voce di Kristin. Non vorrei passare per il solito "retrogrado defender" ma dubito che questo "Exit Mould" abbia la capacità di attirare l'attenzione su di se, certo l'eleganza e la raffinatezza non mancano ai 12 pezzi inclusi sul dischetto, ma senza una stilla di energia le cose si fanno difficili. Trai vari brani che mostrano una vena meno rock pop, e quindi quelli che si fanno preferire dal sottoscritto, spicca sicuramente "Spiral" dove il titolo rende appieno l'idea della sinuosità del pezzo. Non sono male nemmeno l'accattivante opener "Stigmata" e sopratutto "Exit Mould" (riuscito abbinamento di romaniticismo e rock più orecchiabile). Parzialmente rovinata dai fastidiosi effetti apportati alla voce di Kristin, "Mr. Trenhcoat" mostra invece nella parte finale quello che sembrerebbe un tributo al primo Tom Waits, quello più intimista e meno sperimentale. "Holy Summer" mi ricorda invece i Cranberries, famoso gruppo irlandese guidato dalla brava (e bella) Dolores O'Riordan, ed è comunque uno dei pochi brani in cui i Pale Forest, prima di un finale convulso, allentano le briglie alle chitarre. Con il suo arpeggio stile America, "Mistaken Identity" rappresenta per me il punto più basso del CD, quindi se volete farvi una vostra idea di "Exit Mould" non partite assolutamente dal brano di chiusura!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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