Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2018
Durata:51 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. THE DAY AFTER
  2. ACID RAIN
  3. VALE OF TEARS
  4. GUARDIAN ANGEL
  5. LAMENT
  6. THE STRUGGLE FOR SURVIVAL
  7. RIVER DOWN BELOW
  8. WASTELAND
  9. THE NIGHT BEFORE

Line up

  • Mariusz Duda: vocals, electric and acoustic guitars, bass, piccolo bass, banjo, guitar solo on 'Lament’ and 'Wasteland'
  • Michał Łapaj: keyboards and synthesizers, rhodes piano and Hammond organ, theremin on 'Wasteland’
  • Piotr Kozieradzki: drums
  • Maciej Meller: guitar solo on 'Acid Rain - Part II. Dancing Ghosts', ‘Guardian Angel', 'The Struggle For Survival - Part II. Battle Royale' and 'River Down Below'
  • Michał Jelonek: violin on 'The Day After', ‘Lament', 'Wasteland' and 'The Struggle For Survival - Part II. Battle Royale'
  • Mateusz Owczarek: guitar solo on 'Vale Of Tears'

Voto medio utenti

"And Then There Were Three". Temevo di dover ascoltare l'ennesimo disco dei Lunatic Soul - progetto che sta sempre più a cuore al mastermind Mariusz Duda - con un monicker diverso, ma fortunatamente non è stato così.

Mi sento di dire che quelli di "Wasteland" sono dei Riverside sicuramente diversi, più essenziali e diretti, ma non necessariamente migliori o peggiori di quelli con un chitarrista di ruolo com'era il defunto Piotr Grudziński - qui sostituito in fase solista da una serie di ospiti.

Il timbro del sopraccitato Duda - come è noto - sa essere sinistro ("The Day After"), ma anche caldo e avvolgente (in "Acid Rain", dal rifframa ipnotico che rimanda agli esordi della band tra Pink Floyd e Porcupine Tree). "Vale Of Tears" è una traccia heavy e moderna, particolarmente cruda nelle timbriche, in totale contrasto con la successiva "Guardian Angel", acustica e dai connotati dark alla maniera dei +1476+. Di contrasti vive anche "Lament", dove il folk-prog si fonde con il grunge e l'alternative, prima della sorprendente strumentale "The Struggle For Survival", crimsonica nel chitarrismo - merito del guest Maciej Meller - e brillante nell'arrangiamento. Se "River Down Below" mi è parso l'episodio più sottotono (nonostante la buona coda gilmouriana), la titletrack mi ha spiazzato con le sue atmosfere "spaghetti western" e progressive, che mi hanno ricordato i Muse di "Black Holes And Revelations". Il finale è tutto per Duda, che ci delizia con una performance intensissima nel piano/voce "The Night Before".

Un disco importante per il morale dei Riverside, ancor più che per la musica in esso contenuta.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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