Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:46 min.
Etichetta:Self Released

Tracklist

  1. DEATH BY THE COLD HANDS OF WAR
  2. FEAR THE SKY
  3. SHADOWS OF THE DEEP
  4. A WAR HYMN FOR THE FALLEN
  5. IN HIS SHADOW
  6. BLOOD BONDS
  7. TOWARDS DEATH'S GLORY
  8. GRAND FUNERAL
  9. THE ARRIVAL OF A ROYAL DAWN

Line up

  • Daniel Rosén : guitars, bass, vocals
  • Hybris : vocals

Voto medio utenti

Mentre scrivevo la sofferta recensione dell’ultimo deludente (eufemismo) album dei Marduk, pensavo proprio a band come i Krigsblod o ai Svartkonst (di cui vi parlerò prossimamente …) tra le altre … Band giovani, spesso all’esordio, talvolta immature ma con le palle fumanti, proprio quello che è mancato a Morgan durante il songwriting di “Viktoria” … Ma pur non riuscendo ancora a capacitarmi e a digerire questa cocente delusione è giusto che adesso vi racconti qualcosa dell’ esordio dei Krigsblod … Prendete due ragazzi svedesi come tanti, amanti dell’estremo e delle nere nefandezze, dategli degli strumenti nelle mani e avrete i Krigsblod, un concentrato vero, semplice e genuino della storia degli ultimi trent’anni del black metal svedese … Ci sono i Dark Funeral, di cui riprendono pedissequamente il drumming forsennato di metà carriera, ma anche il nuovo approccio più melodico ( l'opener (“Death By The Cold Hands Of War” o “Shadows Of The Deep”), non possono mancare i mai troppo lodati Setherial, l’attacco di “In His Shadow” è da denuncia per plagio, mentre l’incedere di metà pezzo mi ha ricordato i Cradle Of Filth e in tutto questo regna suprema la supervisione degli (ex) padroni assoluti del black metal svedese … i Marduk! Un brano come “Blood Bonds” è il pezzo che Morgan non scriverà mai più tanto è tritaossa-ignorante-blasfemo-in your (fucking)-face ! Ed è proprio qui la differenza tra questi freschi ragazzini e i loro colleghi più attempati, la voglia di incendiare il mondo e l’attitudine fieramente nera, fanno si che brani all’apparenza scontati e standardizzati, risultino invece avere una capacità di coinvolgimento unica, una rabbia e una cattiveria che trasuda da ogni nota. Anche quando Daniel Rosen (vero master mind della band) e Hybris vogliono fare i “dotti” e aggiungono influenze orientali, come nel riff d’apertura di “Towards Death Glory” , il pezzo finisce inevitabilmente per diventare una pioggia di fuoco nemico in campo aperto, nessun prigioniero solo morti e distruzione ! Chiude l’album la bonus track “The Arrival Of Royal Dawn” un pezzo più ragionato e atmosferico, dal mood sinistro ma ancora troppo acerbo e poco indirizzato. “Krigsblod” è tutto qui, un album classicamente feroce e genuinamente immaturo, ma assolutamente vero, diretto e nero, no compromise!

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