Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:55 min.
Etichetta:Les Acteurs de l'Ombre Productions

Tracklist

  1. ALDÉRICA
  2. LA RÉVOLTE DES TUCHINS
  3. INFÂME SAURIMONDE
  4. ODE À LA CROIX CLÉCHÉE
  5. 1802-1869 | LES MÉFAITS DE MORNAC
  6. MANDRIN, L'ENFANT PERDU
  7. LA PROCESSION DES TRÉPASSÉS
  8. UNE VIE DE RECLUS (QUAND LES REMPARTS NE PROTÈGENT PLUS)
  9. L'ORA ES VENGUDA
  10. L'ESPRIT DES VENTS

Line up

  • NKS: guitars
  • Spellbound: vocals
  • Lonn: guitars (lead)
  • Ardraos: drums

Voto medio utenti

Davvero un ottimo disco quello dei francesi AORLHAC, che per dare alla luce il successore del loro secondo album "La cité des vents" hanno impiegato ben otto anni...beh, perlomeno l'attesa è stata ripagata in pieno.

Tramite l'appoggio della sempre più affidabile e competitiva label "Les Acteurs de l'Ombre Productions", il quartetto transapino fa centro con un disco dedito al black metal anni '90, che riesce a mixare in maniera sapiente ed interessante le varie influenze, da quelle più tradizionali a quelle più estreme, attraversando il campo del classic metal e NWOBHM, con spruzzate (moderate) di folk, epic e deathblack in stile Dissection del tempi d'oro, ottenendo così un bel melting pot di Emperor, Enslaved e la succitata band di Jon Nodtveidt.

L'unica particolarità - tralasciando l'ovvia difficoltà di reinterpretare ed assemblare le influenze secondo la propria rivisitazione - degli AORLHAC è quella di cantare in francese e vi dirò....ci sta proprio bene, l'effetto è vincente al 100%, anche grazie allo scream di Spellbound, al secolo Florian, davvero grintoso ed equilibrato, mai sconfinante in fastidiosi latrati alla Dani Filth, e perfetto nella declamazione delle gesta narrate, davvero inusuali per un lavoro del genere ma oltremodo godibili, ancor di più ovviamente se non dovrete ricorrere come il sottoscritto a Google Translate.

Grandissimo lavoro anche in fase di solista, con assoli veramente magniloquenti che riescono a conferire a "L'esprit des vents" quell'aura di malevolo e di imperiale, già presente sin dal monicker, trasposizione in occitano della città di Aurillac, dal quale gli Aorlhac appunto provengono.
Dieci brani che non accusano mai un cedimento, tutti terribilmente convincenti grazie a melodie di sottofondo sempre azzeccate e mai banali, che trovano la loro sublimazione in "La révolte des tuchins", la summa del black metal proposto dagli Aorlhac.

Anche la splendida copertina, peraltro disegnata dal creatore del nuovo logo di Metal.it, e la produzione, così magnificamente anni '90, rendono omaggio ad un black metal che oggigiorno si è perduto, se non riascoltandone le gesta nei migliori album di quel periodo, ma che può rivivere dando una chance ad una band pressochè sconosciuta ma in grado di riscaldare i cuori e raggelare i nostri animi.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 giu 2018 alle 00:33

Bravi :)

Inserito il 14 giu 2018 alle 18:49

Ieri mi è arrivato il digipack … non che aggiunga qualcosa all'ottimo album, però bisognava averlo originale !

Inserito il 10 giu 2018 alle 18:04

Bellissimo. Però adesso sono entrato in loop...

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