Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:51 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. IGNITE - ASHES
  2. DESPISE - PITY
  3. SOURCES - NIHIL

Line up

  • Déhà: all instruments, voices
  • Larvalis: voices, keyboards

Voto medio utenti

Gli Yhdarl sono, attualmente, un duo belga fieramente underground che con la realizzazione di "Loss", in uscita per la I, Voidhanger Records, taglia il traguardo dell'ottava realizzazione in studio, senza contare, nel numero che vi ho appena indicato, gli innumerevoli EP che il gruppo ha rilasciato a partire dal 2007, anno di fondazione dei Nostri.
Siamo al cospetto, per quanto appena detto, di una discografica importante e corposa, segno di una vena artistica, ad oggi, inesauribile.
Tanta prolificità corrisponde anche alla qualità?
Nel caso specifico di "Loss" la risposta è positiva, sebbene non "positivissima" (passatemi il termine).
Quello che Déhà, storico mastermind e fondatore del gruppo, e Larvalis, delicata signorina in line up dal 2010, ci offrono, è un pesante (issimo) ibrido di depressive black metal, doom, funeral doom metal e drone che si concretizza in tre lunghissimi brani, siamo sempre sopra i 15 minuti di durata ciascuno, nei quali fanno capolino anche velleità in certo modo avant guardistiche e tutta una serie di elementi, dall'uso molto variegato delle due voci, ai tempi di batteria, al riffing di chitarra, alla velata epicità di fondo, al ricorso ad elementi rock, che sono prova di una evidente volontà di rendere la propria proposta il quanto più possibile personale e riconoscibile.
Il risultato delle intenzioni del gruppo è, in parte, frenato dalla eccessiva prolissità di alcuni momenti e da una produzione che avrei preferito più nitida e potente, ma va anche riconosciuto che le atmosfere malate e sofferenti che gli Yhdarl riescono a creare sono realmente capaci di disturbare e di angosciare l'ascoltatore raggiungendo, in tal modo, l'obiettivo di questo genere di musica che, alla tecnica o alle soluzioni intricate, dovrebbe sempre preferire l'atmosfera oscura e dannata, come accade in "Loss", un album che gli amanti del Black Metal più sofferto e lacrimevole non faranno fatica a sentire "proprio" e, di conseguenza, ad amare anche perché, come ho già sottolineato, i belgi non sono di certo il "classico" gruppo DSBM.
Possiamo concludere questa panoramica su un album ricco anche di diversi ospiti, sia alle voci che dietro i sintetizzatori, dicendo che l'anno 2018 si apre, almeno per quanto mi riguarda, all'insegna del dolore: sarà un bene o un male?
Fate voi...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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