Usipian - Dead Corner Of The Eye

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:48 min.
Etichetta:Metal Fortress

Tracklist

  1. DOWNFALL
  2. DEAD RECKONING
  3. MULTIPLIED INHUMAN DISRUPTURE
  4. CLOUDED RESTRAINMENT
  5. BROUGHT WITHIN CHAINS
  6. DEAD CORNER OF THE EYE
  7. WORLD WITHOUT SKIN
  8. SELFLESS
  9. SHADOWS OF THE ONCE UNSEEN
  10. PREDATORS OF AN UNBOUND SEA
  11. AN EVERBORN

Line up

  • Toke Eld: vocals
  • Tasi Pedersen: guitars
  • Jeppe Hasseriis: guitars
  • Kent Vaerens: bass
  • Nis Rode Larsen: drums

Voto medio utenti

Nati dalle ceneri dei Gothic Domain, i danesi Usipian giungono al loro debutto e per l'occasione reclutano un produttore di grido Anders Lundemark (già all'opera con i connazionali Konkhra) ed un art designer come Dan Seagrave (che ha disegnato le cover per i maggiori gruppi death metal, come Morbid Angel, Suffocation e Dismember), pur se c'è da dire che la cover di questo "Dead Corner Of The Eye" non è proprio il massimo, anzi.
Venendo al discorso musicale, parliamo ovviamente di death metal, di stampo floridiano, ben strutturato, talvolta prolisso, spesso paludoso ed oscuro, che sovente preferisce pesanti cadenze a velocità scriteriate, pur non difettandone mai.
La lezione in primis quella di bands come Morbid Angel e Immolation, anche se c'è da dire che spesso manca l'impatto alle canzoni, che rischiano di essere troppo cerebrali, ad esempio "Multiplied Inhuman Disrupture". A volte un po' di "ignoranza" non farebbe male alle composizioni, ma è solo questione di punti di vista, perché comunque la qualità media delle canzoni è abbastanza elevata, e basta ascoltare le accelerazioni di "World Without Skin" per averne un'idea chiara, oppure le mastodontiche scariche del drummer in "Selfless", accompagnate da un assolo che proviene direttamente da un'altra dimensione.
Ottima quindi la prestazione tecnica, e va sottolineato il profondo growl del singer Toke Eld, oltre alla perizia dei due chitarristi, davvero ottimi.
Certo questo disco non passerà alla storia per originalità e innovatività, ma di sicuro rappresenta una possente pietra del colossale edificio del death metal mondiale.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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