Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:95 min.
Etichetta:Ulftone
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LIGHTS AND THUNDER
  2. HUNGRY
  3. LONELY NIGHTS
  4. LOVE DON'T COME EASY
  5. BROKEN HEART
  6. FIGHT TO SURVIVE
  7. CRY FOR FREEDOM
  8. YOU'RE ALL I NEED
  9. LITTLE FIGHTER
  10. IT'S OVER
  11. LIVING ON THE EDGE
  12. TELL ME
  13. WAIT
  14. LADY OF THE VALLEY
  15. WHEN THE CHILDREN CRY
  16. RADAR LOVE

Line up

  • Mike Tramp: vocals
  • Jamie Low: guitars
  • Claus Langeskov: bass
  • Troy Patrick Farrell: drums
  • Henning Wanner: keyboards

Voto medio utenti

Non sono state tante le bands che nel giro di qualche album hanno poi lasciato hai posteri una impronta indelebile nella storia del Melodic Rock e che dopo 20 anni, pur non essendosi mai riformate dopo lo split, hanno posseduto intatta la magia legata ad un nome. Beh, lasciatemi dire i White Lion sono una di queste. 4 album tra il 1984 ed il 1992, una serie di raccolte e di live tanto per mungere la mucca e via. Oggi, dopo tante chiacchiere e voci di corridoio, la tanto attesa reunion non è avvenuta, soprattutto per il malumore sulla cosa di Vito Bratta, e così il singer Mike Tramp ha deciso di fare da solo... un doppio live cd dal titolo emblematico 'Rocking The USA' sotto il monicker di Tramps White Lion. Non male eh? Il biondo singer si presenta in perfetta forma, circondato da una line up di tutto rispetto e dalla nazionalità alquanto eterogenea (l'ottimo chitarrista Low è Australiano - il ragazzo deve aver studiato un certo Randy Rhoads -, Langeskov è danese come Mike, Farrell è americano e Wanner è tedesco), in grado di creare un atmosfera elettrica e positiva, sotto la bandiera del buon Rock. Inutile passare in rassegna i brani dei due dischetti (anche perché il voto sarebbe senza discussione da 10, in quanto storia indelebile di un genere), ma è giusto sottolineare due cosette. La prima è che la produzione è veramente ottima... graffiante e ruggente, incentrata sulla voce e sulla chitarra, mentre la seconda va riferita ai buonissimi arrangiamenti delle tastiere, che donano un fascino un pelo diverso alle songs, ma risultano mai invadenti e sempre in punta dei piedi, merito anche dell'ottimo missaggio di Michael Wagener (un signore che ha lavorato con Ozzy, Metallica, Megadeth, Motley Crue, Testament e con gli stessi White Lion su 'Pride'). Un live consigliato per chi si volesse rituffare, magari con un po' di nostalgia, nel grandioso passato dei White Lion o per chi volesse semplicemente passare un'ora e mezza in compagnia di un Melodic Rock come Dio comanda. Ah, che peccato questa reunion mancata!
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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