Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2017
Durata:42 min.
Etichetta:Listenable Records

Tracklist

  1. NO ESCAPE
  2. SUMMON THE DEAD
  3. NEVER WIN
  4. EXTERMINATOR
  5. ON THE RUN
  6. ASHES
  7. GOING DOWN
  8. LADY BAD LUCK
  9. REVENGE
  10. ALL THAT REMAINS

Line up

  • Sofie-Lee Johansson: vocals
  • Ruben Åhlander Persson: bass
  • Jonna Karlsson: drums
  • Johan Frick: guitars
  • Tom Sutton: guitars

Voto medio utenti

Ecco l'ennesima formazione svedese, che da Göteborg torna ad affacciarsi sulla scena Metal con un nuovo album, il secondo dopo l'auto-intitolato esordio uscito nel 2015 per la Svart Records.
Su "Exterminator", realizzato stavolta sotto le ali della Listenable Records, i Night Viper non si allontano da un sound che fa sue e accelera (fino a regimi vicini allo Speed/Thrash Metal) pulsazioni e palpitazioni tipiche della NWOBHM.

I Night Viper sono formati da musicisti che hanno svariati trascorsi, anche con sonorità più pesanti e che ora sembrano essere affascinati dalla riscoperta del Metal tradizionale. Tra loro spicca sicuramente l'australiano Tom Sutton (The Order Of Israfel ed ex-Church Of Misery), poi troviamo il bassista Rick Ruben che arriva dal Thrash e dal Death Metal (Guerilla e Miasmal, tra gli altri), e la batterista Jonna Karlsson, la quale fa anche parte dei Mud Walk, che si snodano invece sui sentieri di un Hard Rock marcatamente seventies. Il chitarrista Johan Frick (anche nei Lethal Steel) è l'ultimo arrivato nel gruppo, praticamente a cavallo dei due dischi, mentre ben poco si sa della cantante Sofie-Lee Johansson, alle sue prime esperienze ma che si conferma all'altezza della situazione.

Impossibile scorrendo "Exterminator" non finire con il pensare a degli Iron Maiden o Judas Priest incrociati con i primi Metallica e Anthrax, con l'aggiunta della variabile di una voce femminile, un mix ben esemplificato, ad esempio, da "Summon the Dead" e "Never Win" che nel riffing hanno qualcosa (e forse pure di più ...) dei Metallica, brani veloci e dai ritmi serrati che la brava Sofie-Lee riesce ad affrontare senza mai deragliare: una voce tagliente ed affilata, più vicina a Kate de Lombaert degli Acid che a Jutta Weinhold (Zed Yago e Velvet Viper).
"Ashes" è uno degli episodi più riusciti, ma anche meno derivativi del lotto, con un approccio più dark e con le chitarre che, come spesso accade, si ritagliano un ruolo di primo piano andando poi a confluire in "Going Down" con il suo piglio Hard Rock, anche se meno influenzato dagli AC/DC di quanto avevamo scoperto su "On the Run". Decisamente più ispirata la conclusiva "All That Remains" nuovamente con le chitarre in grande spolvero, prima acustiche, poi elettriche ed infine saettanti e vorticose, ancora a dividersi la scena con una Sofie-Lee che qui da davvero il meglio di se.

Tante influenze ma anche altrettante qualità e un discreto potenziale. Che però deve ancora esplodere.




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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