Non suonano depressive black metal, eppure la loro musica ti sprofonda nella sofferenza più dolorosa.
Non suonano viking metal, eppure le loro trame sono epiche e stentoree come se stessimo ascoltando un "Hammerheart" versione nero pece.
Non suonano doom metal, eppure del suono del destino trasmettono il senso di ineluttabile. E il gelo assoluto.
Questo, ma anche altro, riescono a fare i
Nephilim's Howl, un terzetto finlandese al suo esordio discografico per la sempre attenta
I, Voidhanger Records.
"Through the Marrow of Human Suffering", album dal titolo perfetto per descriverne i contenuti, è un debut particolare e fortemente personale: non ha solo un'anima e non prende una sola direzione ma è capace, nell'alveo di un suono marziale e cadenzato, di unire influenze ed approcci all'estremo diversi e cangianti senza mai perdere di vista l'obiettivo finale che è quello, immagino, di dare una forma sonora alla sofferenza.
Obiettivo che il gruppo centra perfettamente nei suoi lunghi, anche lunghissimi, brani, sempre totalmente neri ma carichi di insana melodia, sempre freddi ma evocativi come pochi, sempre tormentati senza, tuttavia, lasciare a casa la passione e la non comune capacità di scrivere ottima musica.
I
Nephilim's Howl suonano, dunque, black metal, ma lo fanno in una modalità tutta loro, mettono insieme Primordial, Bathory, Potentiam (ve li ricordate?), Behexen o Hades con una disinvoltura spaventosa, sono capaci di inserire in un contesto del genere un cantato "sgraziato" ed evocativo assolutamente perfetto, non viaggiano mai ad alte velocità ma, improvvisamente, piazzano pochi secondi di "norvegia" velocissima, i loro riff sono atonali e carichi di ghiaccio ma poi si cimentano in assolo di chitarra dallo squisito gusto melodico ed epico, insomma questi ragazzi suonano la "loro" musica e lo fanno in maniera dannatamente convincente perchè il dolore che trasmettono diventerà presto il vostro dolore, la vostra sofferenza.
E non è cosa di tutti i giorni riuscire in una impresa del genere.
Complimenti vivissimi ai
Nephilim's Howl e alla etichetta discografica che ha creduto in loro.
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