Kult Ov Azazel - The World, The Flesh & The Devil

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:36 min.
Etichetta:Crash Inc.

Tracklist

  1. THE WORLD IS FULL OF VIOLENCE
  2. AS TEMPLES BURN
  3. AN ETERNITY WITH SATAN
  4. COMPELLED TO DIE
  5. THE GLORIFICATION OF EVIL
  6. TRAMPLING THE CROSS
  7. BLOOD, DEATH & DAMNATION
  8. THE CALLING FORTH
  9. BLOODSTAINED PATH TO VICTORY

Line up

  • Xaphan: vocals, guitars
  • VJS: guitars
  • Xul: bass, vocals
  • Hammer: drums

Voto medio utenti

Terzo full lenght per i demoni del sud della Florida, landa di certo più conosciuta per il death metal che non per il black metal, di cui i Kult Ov Azazel si fanno inverecondi portatori.
In genere non ci facciamo impressionare da nulla, ma c’è da ammettere che la foga, la violenza, l’odio, la tenacia con cui la band ci riversa addosso tonnellate di livore, di marciume, di riffs assassini e scariche di batteria a mitraglia, è davvero notevole.
Satanisti all’ultimo stadio, misantropi senza speranza, dispensatori di odio verso tutto il creato, la band non si lascia attrarre da nessuna tendenza deteriore del black metal primigenio, preferendo, alle tastiere e alle orchestrazioni, l’assalto assassino, la ferocia esecutiva, l’oscurità malsana e corrosiva, la quale viene esaltata in pezzi come “An Eternity With Satan” e “Blood, Death And Damnation”, pezzi che possono essere a buon diritto definiti “ignoranti”, per l’essenzialità con la quale vengono proposti, essenzialità che abbiamo già detto è fatta soprattutto di un pestaggio selvaggio degli strumenti. Zero innovazione, zero sperimentazione, 100% odio nero, volendo sintetizzare.
Più volte vengono in mente gli Immortal, soprattutto nel riffing, ma quello che stupisce è soprattutto la carica d’odio che questa band sa esprimere. Ogni singola molecola di questo “The World, The Flesh & The Devil” è indirizzata a fini distruttivi verso l’umanità. Basta sfogliare il booklet per rendersene conto, laddove su quattro immagini, una raffigura un’esplosione atomica, un’altra un impiccato, un’altra ancora Lucifero così come è rappresentato nell’Inferno dantesco e infine una foto dei quattro satanisti in questione.
Certo viene da storcere il naso e a volte anche di sorridere di fronte a quella che potrebbe essere vista come una smania tardo-adolescenziale di quattro ragazzotti americani, ma di certo vi dico che dopo l’ascolto di questo disco io non vorrei mai ritrovarmi faccia a faccia con questi qui.
Sia chiaro che se non siete avvezzi alle rudezze e alle asperità sonore del black metal è meglio che stiate lontani da questo disco, per i cultori della nera fiamma invece questo è un olocausto da provare. Non garantisco il ritorno.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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