Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:45 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. MOUNT THE MOUNTAIN
  2. SPELLBOUND
  3. HOLE IN THE HEAD
  4. KICKIN' MY DOG
  5. PROCRASTINATION
  6. SLEEP WALKER
  7. EPITOME
  8. HARD WAY DOWN
  9. WILD AND DEAD
  10. COLD LIQUOR
  11. I CAN'T GET YOU OUT OF MY HEAD

Line up

  • Ben Couzens: guitars
  • Mikey Tucker: vocals
  • Frank Trobbiani: drums
  • Pete Bell: bass

Voto medio utenti

Legati ai 70' nell'impostazione musicale ma anche debitori verso uno stoner/sludge dalle forti tinte metal, i Mammoth Mammoth sono ormai giunti alla loro sesta fatica discografica riconfermando con questo "Mount The Mountain" la bontà della loro proposta.
Suoni ruvidi, chitarre pastose, assoli praticamente inesistenti, sezione ritmica col basso pulsante in primo piano, vocals minimali di Mikey Tucker ed un songwriting essenziale ma dotato di una forte carica, dall'iniziale titletrack supportata da un energico riff, passando per l'headbanging di "Spellbound" caratterizzata da accelerazioni e rallentamenti continui, da "Hole In the Head" un up tempo con il classico riff ficcante ed ossessivo, dall'andamento quasi ipnotico e dal chorus da cantare a squarciagola, "Kicking My Dog" è veloce e tirata e ricorda nel riff "Over The Top" dei Motorhead, "Procastination" è ripetitiva nella melodia pur avendo il finale live con tanto di urla della folla, con "Sleepwalker" abbiamo una ritmica prettamente hard rock, "Epitome" inizia con una batteria veloce rimanendo tirata sino alla fine coi suoni pastosi e grezzi delle chitarre, "Hard Way Down" è un proiettile hard/metal dal chorus incalzante con anche qui i riff di chitarra a farla da padrona, "Wild And Dead" gode di un crescendo dalle tinte quasi doom ma si perde in un chorus troppo monotono, chiudono "Cold Liquor" e "Can't Get You Out Of My Head", lenta ed ossessiva con una potente accelerazione nel bridge centrale la prima, dall'andamento punk la seconda ( che è una cover di un brano di di Kylie Minogue ).
Carica, melodie dirette e senza fronzoli ed una vena goliardica di fondo sono gli elementi del muro di suono della band australiana, prendere o lasciare.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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