Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:59 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. CONNECTED/CONDEMNED
  2. REMAINING STILL
  3. MISSING SHADOWS
  4. BROKEN ESTEEM (FEAT. BJöRN "SPEED" STRID)
  5. SUICIDAL ANGEL
  6. LIVE TOGETHER DIE ALONE
  7. STARVED OF GUIDANCE
  8. I, THE PARADOX
  9. THE SENTENCE
  10. INVISIBLE TRACE
  11. THE LONELINESS LEGACY
  12. SAY IT RIGHT (NELLY FURTADO COVER)
  13. ENVY WORLD
  14. THE PORTRAIT (FEAT. JENNIE NORD)

Line up

  • Mario Infantes: vocals
  • Ben Melero: guitars
  • Elhadji N'Diaye: guitars
  • Octavio Santana: bass
  • Jose Rodriguez: drums

Voto medio utenti

Tornano gli spagnoli (dalle isole Canarie) Jotnar, dopo il debut EP "Giant" datato 2012, con questo "Connected/Condemned" e lo fanno in grande stile sotto l'egida della Massacre Records e con una lunga lista di guest star quali Björn "Speed" Strid (Soilwork), Alessio NeroArgento (Disarmonia Mundi, NeroArgento), Jennie Nord (Ultimate Fate), Santi Suarez (Sphinx) e Bruno Pardini.
La proposta del combo capitanato da Ben Melero e dal vocalist Mario Infantes non si discosta da quanto già era evidente 5 anni fa: un melodic death metal molto edulcorato ed estremamente ammiccante al 'core degli ultimi In Flames, dei Sonic Syndicate o dei Dying Humanity.
Questo non significa affatto che la proposta del quintetto iberico sia di scarsa qualità o inadatta alle pagine di un portale come Metal.it, ma deve essere chiaro (e lo è scorrendo le 14 tracce e l'ora di durata della release) che il death metal nell'accezione più pura del termine abita ad altre latitudini.
I brani scorrono veloci a partire dall'opener "Connected/Condemned" con la consolidata struttura riff portante aggressivo-bridge ad alto tasso di melodia-ritornello per la maggior parte in clean vocal-chiusura e sebbene nessuno spicchi per originalità "Remaining Still", "Broken Esteem", "The loneliness Legacy" o "I, the paradox" possono costituire una robusta colonna sonora mentre si viaggia in auto o si vuole evitare di affollare la mente con troppi pensieri.
Inutile invece e fastidiosa la cover di Nelly Furtado "Say it right" o la noiosa "Missing shadows" che onestamente reputo quasi alla stregua di filler o poco più mentre la palma di top song a mio giudizio va alla breve ma azzeccatissima "The Sentence" che suona death a tutto tondo e non ha alcun cedimento nè indecisione.
In sostanza un album senza infamia e senza lode, estremamente adatto ad essere un buon ascolto estivo, indicato a far dire anche ai fruitori di sonorità più morbide: "oggi sono anch'io metallaro" (ognuno giudichi se si tratta di un complimento o meno).
Quello che è certo però è che anche in un settore sfruttato a fondo per emergere dalla massa e guardare negli occhi da pari band realmente eccellenti come Marianas Rest, Solution .45, Disarmonia Mundi (italianissimi: se non li conoscete rimediate immediatamente!!) o Heaven Shall Burn non basta un lavoro pur ben confezionato come questo "Connected/Condemned" che a giudizio di chi scrive non avrà una sorte migliore di moltissimi brani da Festivalbar.
Recensione a cura di Alessandro Zaina

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