Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:53 min.
Etichetta:Underground Symphony

Tracklist

  1. THE CRY OF LIFE
  2. WANDERING SOULS
  3. SLAVES AND KINGS
  4. THE CALLING
  5. BLIND REVOLUTIONS
  6. THE SON OF GOD
  7. SACRIFICED
  8. THE BLOODY REVELATION

Line up

  • Maria “Marì” Londino: lead vocals
  • Francesco “Frank” Londino: keyboards
  • Francesco “Franz” Romeggini: guitars, lead and backing vocals
  • Giacomo “Jack” Manfredi: bass
  • Giacomo “Giachi” Mezzetti: drums, percussions

Voto medio utenti

Approdano su Underground Symphony i toscani S91, attivi dal 2011 oggi giunti al secondo full-length dal titolo "Behold The Mankind", concept album sulla storia dell'umanità dal punto di vista cristiano. Le coordinate stilistiche sono quelle del prog metal melodico, sapientemente arrangiato e prodotto (abbastanza) bene dal buon Cristiano Bertocchi (Vision Divine, Labyrinth, Wind Rose).

Si inizia alla grande con la traccia "The Cry Of Life", melodica e articolata quanto basta, impreziosita dall'ugola di Christian Liljegren (voce dei Narnia). La non originalissima "Wandering Souls" (brano soft costruito attorno al pianoforte di Francesco Londino) anticipa "Slaves And Kings", canzone dalle tinte orientali caratterizzata da passaggi strumentali elaborati ma mai eccessivi. L'incedere groveggiante dato dal ritmo in 7/8 di "The Calling" fa da contraltare ai ritmi lenti prima e marcatamente heavy poi di "Blind Revolutions", traccia dall'indiscutibile piglio Eighties. Discorso simile si può fare per la successiva "The Son Of God", mentre di tutt'altra pasta è fatta "Sacrificed", uno degli apici dell'album, con le sue atmosfere epiche e il rifframa di memoria dreamtheateriana (epoca "Systematic Chaos"). La lunga "The Bloody Revelation", in cui convergono idee di ispirazione Muse, break strumentali intricati, sonorità apocalittiche e momenti più solari e corali, chiude un album sicuramente riuscito.

Questi ragazzi sanno scrivere e sanno suonare, è innegabile. Credo che si possa fare di meglio dal punto di vista della personalità e della produzione, ma non ho dubbi sul fatto che la band abbia ben chiaro il percorso di crescita da affrontare nei prossimi mesi. Speriamo solo di non dover aspettare altri cinque anni per avere tra le mani il seguito di questo disco...
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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