Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:50 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. AGENTS OF MYSTIFICATION
  2. HEROSTRATOS
  3. THE DEMENTED FORCE
  4. DREADNOUGH
  5. AUTUMN SERENADE
  6. TRANSGRESSION
  7. NOWHERE RIDERS
  8. CRUCIBLE OF WAR
  9. FROSTHAMMER
  10. LEAGUE OF THE DIVINE WIND
  11. PROPHET’S URN

Line up

  • Jacques Bélanger: vocals
  • David Stranderud: lead guitars
  • Marcus Rosenkvist: drums
  • Peter Svensson: bass

Voto medio utenti

Il Metal è bello anche perché è pieno di gruppi volenterosi, gente che crede in quello che suona, che propone musica più per sé stessi che per gli altri, pronta magari a rimanere nell 'underground per molto tempo se non per sempre. I primi posti delle classifiche non sono uno specchio per le allodole, sono un traguardo che (magari) si può anche raggiungere ma solo dopo anni di gavetta. Non solo, la nostra musica è bella anche per le offerte musicali che propone, spesso innovative ma molto più spesso riproposizioni di generi già noti, magari datati. È questo il caso degli Assassin's Blade, band svedese che propone un heavy metal molto classico, con un singer emulo di Rob Halford (sicuramente la voce di Belanger è il punto di forza di questo lavoro), e con un disco dalla produzione davvero minimale. Il guaio principale di lavori come questo è l'eccessiva semplicità delle canzoni, la loro struttura elementare, l'assenza di seppur minime orchestrazioni rende piatto l'ascolto ed il disco, privo dei necessari stimoli, fatica a decollare. Dalla titletrack in poi, gli undici brani scorrono senza lasciare il segno, un metal monotono, senza spunti di particolare interesse e se non fosse per la buona prova vocale del talentuoso Jacques Belanger, si farebbe fatica ad arrivare alla fine senza annoiarsi.
Se questo disco doveva essere un degno seguito del lavoro svolto da Belanger negli Exciter, direi che la strada è ancora lunga. Certo è un nuovo progetto, sarebbe ingeneroso tappargli le ali prima che prenda il volo, però davvero queste canzoni suonano troppo legnose, è come un motore potente ma che non riesce a liberare tutti i suoi cavalli. E qui torno al discorso iniziale, il rischio che corrono gli Assassin's Blade è di rimanere un fenomeno underground, spero per loro di essere smentito.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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