Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:24 min.
Etichetta:Despotz Records

Tracklist

  1. HOROR OCH CHARLATANER
  2. SMUTSIG
  3. HATETS KAOS ÄR UNDERBAR
  4. REMINISCENS
  5. VIDRIGT IMMANENT
  6. TY SUBLIM ÄR DEN SVARTA ÄNGELN

Line up

  • Hank von Gaia
  • Holmes Catacombes

Voto medio utenti

I SOV sono un misterioso duo svedese composto da due membri di famose metal band di cui non ci viene concesso il nome. Hank von Gaia e Holmes Catacombes, questi i nomi che si attribuiscono questi misteriosi artisti, sono gli artefici di questo disco “Aklamerad Kalamitet” che, a detta della loro stessa etichetta discografica Despotz Records, è il prodotto di due anime dementi disilluse della vita moderna e in special modo della musica moderna. La mente principale del gruppo Hank von Gaia prende così seriamente la sua arte musicale da condizionare il suo modo di vivere, infatti vive in una capanna in mezzo a una foresta senza elettricità, senza riscaldamento e senza cucina visto che si ciba di cibo fresco al 100% come le galline che ruba nel villaggio più vicino alla sua capanna! La rinuncia a tutte le comodità moderne, però termina quando queste ultime favoriscono la sua creatività musicale e pertanto egli possiede un generatore elettrico che gli serve solo per suonare la musica che compone! L’altro membro del gruppo Holmes Catacombes pensa che Hank von Gaia sia completamente matto, ma che è nello stesso tempo un genio! Egli vive nel villaggio vicino alla capanna di Hank von Gaia e non rinuncia alla comodità moderne affermando che chi sano di mente non lo farebbe? I due adorano i freddi, ghiacciati e oscuri inverni delle loro terre e affermando che il freddo rinfresca e schiarisce le loro menti, Holmes Catacombes non nasconde che prendendo la sua chitarra e correndo nella neve trova ispirazione per grandi idee musicali sebbene non ne abbia ancora inciso alcuna di queste!
I due si ergono come paladini del vero black metal e ridono di coloro i quali ancora citano di incendi di chiese e altre stupide azioni simili affermando che sono solo dei poser che seguono delle mode e non sono dei veri seguaci del vero underground black metal, ruolo che richiede di suonare e vivere a livello underground rinunciando ad ogni moda e ad ogni inutile modernità come siti web, pagine Facebook, Twitter e altre nefandezze, precisando inoltre che non eseguiranno mai un concerto live.
Queste sono le uniche note biografiche che forniscono i SOV e la Despotz Records accompagnando l’uscita di questo disco. Non avendo altre notizie su questo misterioso combo svedese, risulta chiaro che probabilmente si tratta di una trovata commerciale per attrarre l’attenzione della stampa specializzata e del pubblico, altrimenti siamo in presenza di veri e propri personaggi da studio clinico.
In ogni caso il nostro ruolo è quello di analizzare la proposta musicale e non gli usi e i costumi privati di questi artisti, pertanto lasciando perdere tutte queste storie, veniamo a “Aklamerad Kalamitet”.
Il disco è di piacevole ascolto a dispetto delle premesse. Effettivamente diverse parti dell’album richiamano un certo true black di antica fattura specialmente per le sezioni ritmiche però questo disco suona molto più melodico e moderno sia per gli assoli di chitarra presenti che per le parti in acustico e per qualche effetto elettronico piazzato qua e là. Questo disco è in generale originale e orecchiabile. Fuori dai canoni attuali, spiazza per semplicità e impatto ed è sicuramente degno di ascolto. Tra i brani che più mi sono piaciuti segnalo il primo brano “Horor Och Charlataner”, pezzo black metal di impatto, allo stesso tempo semplice e grezzo, ma ben suonato e cantato, il secondo brano “Smutsig” per il suo atipico incedere lento, per la sua melodia e per il bell’assolo di chitarra presente e la stranissima “Reminiscens” per la sua originalità e le belle parti acustiche.
In conclusione vi consiglio di dare un ascolto a questo disco non convenzionale e di valutare personalmente se è degno musicalmente della vostra attenzione, fregandovene altamente di tutte le fesserie a corredo. L’uscita sicuramente non è superflua, poiché il disco ha la sua originalità e non ha termini di paragone attuali con altre proposte musicali. Personalmente il giudizio è positivo anche se non eccelso.
Recensione a cura di Enrico Mazziotta

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