Ben Blutzukker (Benjamin Schmitz) da tempo impegnato nel suo progetto Electro Dark a nome Blutzukker, e che prima ancora aveva suonato il basso nei Death metallers Jormundgard, pare ora intenzionato a farsi valere in campo Metal andando a reinterpretare quattro canzoni tratte da "Digital Blood", album dei Blutzukker uscito nel 2007.
Ecco quindi da dove nasce "Analog Blood" (la cui copertina rimanda direttamente a quella di "Appetite for Destruction" dei Guns n' Roses), al quale tocca tuttavia dimostrare che non è sufficiente aggiungere il prefisso "Ben" e qualche proclama a favore del Metal, o andare e riarrangiare in ottica Metal una manciata scarsa di brani (presumo pure questi scarsi... ) elettro-dance-dark-eggianti per ergersi a difensori della fede.
"Walpurgisnacht" cattura l'attenzione giusto per una manciata di secondi, poi scivola via apatica senza che nemmeno l'espediente di piazzare un break acustico nel finale possa far molto di più, cosa che non riesce neppure a "From Hell", cui tocca riprendere a batterne gli stessi infruttuosi sentieri, con Blutzukker che canta come una via di mezzo tra Abbath e Mr. Lordi, poi, giusto per gradire, piazza pure una accelerazione strappata ai Venom. Infine, le tinte estreme di "Digital Blood" e "Red" in realtà non stupiscono, ma piuttosto lasciano interdetti per la banalità e la sterilità della proposta.

Come già ricordato, le intenzioni dichiarate da Ben Blutzukker sembrano quelle di riproporsi in campo Metal, e in effetti qui potremmo essere dalle parti di una proposta Doom e Dark Metal, con l'escursione quasi Black della seconda metà di questo EP, ma soprattutto siamo dalla parti di una proposta mal formalizzata e riuscita anche peggio.




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