Copertina 2

Info

Anno di uscita:2016
Durata:149 min.
Etichetta:Relapse Records
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. BORIS - FAREWELL
  2. BORIS - HUGE
  3. BORIS - RESONANCE
  4. BORIS - RAINBOW
  5. BORIS - SOMETIMES
  6. BORIS - HEAVY RAIN
  7. BORIS - AKUMA NO UTA
  8. BORIS - AKIRAME FLOWER
  9. BORIS - VOMITSELF
  10. MERZBOW - PLANET OF THE COWS
  11. MERZBOW - GOLOKA PT. 1
  12. MERZBOW - GOLOKA PT. 2
  13. MERZBOW - PRELUDE TO A BROKEN ARM

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Boris e Merzbow sono due nomi di culto della scena noise giapponese, i primi più rock oriented, il secondo, che al secolo fa Masami Akita di nome, è invece un rumorista puro, capace di manipolare le macchine per creare rumore e muri di suono informi.
Questa è la settima volta che collaborano insieme e i due dischi, per un totale di 150 minuti, sono pensati per essere suonati contemporaneamente, oppure in successione. Per l’occasione Boris ri-registra vecchie canzoni senza l’ausilio della batteria e “Gensho” in giapponese significa “fenomeno”.
Premesso che qui di metal non c’è manco l’ombra, premesso che il disco di Boris è per la maggior parte basato su un drone palloso fino alla morte, con qualche sparuta melodia e intermezzo vocale, premesso che il disco di Merzbow i meno avvezzi di voi faranno fatica a distinguerlo da un’ordinaria giornata di faccende domestiche della mamma/moglie/compagna, quando decide di far funzionare insieme lavatrice, aspirapolvere, forno a microonde e phon; premesso tutto ciò, dicevo, l’idea di farli suonare in contemporanea deve essere un’idea geniale di qualche casa farmaceutica che produce analgesici per il mal di testa o l’orchite.
Perché vedete, cari lettori, l’unica cosa che otterrete sarà proprio un devastante mal di testa oppure un rigonfiamento vistoso delle vostre gonadi, volgarmente dette palle.
Potrei menarvela per ore sull’approccio dada di Merzbow, sulla civiltà del rumore, sui risvolti sociali e altre mille amenità del genere.
L’unico messaggio che vorrei passasse è: risparmiate i vostri soldi.
Ciò ovviamente non mette in discussione il passato artistico degli autori, ma questo non è un disco per metallari. In realtà faccio fatica ad individuare una categoria di persone che possa lasciarsi affascinare da questa ‘cosa’.
Probabilmente c’è un difetto di comunicazione tra noi e i giapponesi. Per risolvere non resta che citare il grande Totò. Cari Boris e Merzbow, C.N.F.!*
Voto 2, uno a testa.


*'cca nisciuno è fesso!
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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