Angel - A Woman's Diary - Chapter I

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2005
Durata:54 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FALLEN ANGEL
  2. A WOMAN'S DIARY
  3. LITTLE PRINCESS
  4. BUTTERFLY
  5. LEAD YOU THROUGH FIRE
  6. MOTHER
  7. GLOW IN THE DARK
  8. FLAMES OF DESIRE
  9. DARKNESS
  10. LITTLE GIRL
  11. LOVE OF MY LIFE
  12. FUNERAL

Line up

  • Helena Iren Michaelsen: vocals and choirs
  • Jan "Orkki" Yrlund: guitar and programming
  • John Stam: guitars
  • Gerry Verstreken: bass
  • Steve Wolz: drums
  • Audun Gronnestad: orchestrations

Voto medio utenti

Chiariamo subito una cosa: questo NON è un disco di heavy metal, ma di musica ad ampio respiro, che tocca generi anche diametralmente opposti fra di loro. Chi vorrà quindi avvicinarvisi, dovrà farlo senza aspettarsi schitarrate e ritmi indiavolati in ogni dove, ma tenendo bene a mente che andrà ad ascoltare una dozzina di canzoni ben al di fuori dei nostri abituali schemi. Ad ogni modo, il voto che leggete là sotto parla abbastanza chiaro, visto che, secondo chi scrive, si tratta di un album valido sotto molti aspetti.
Ciò premesso, possiamo dire che Angel è il nuovo progetto della cantante Helena Michaelsen, già nota per aver prestato la sua voce ai Trail Of Tears ed agli Imperia, recentemente usciti col proprio album di debutto. Chi di voi ha già avuto modo di conoscere questi ultimi, si sarà già reso conto di un particolare quanto meno insolito: la line-up degli Angel è infatti esattamente la stessa degli Imperia. Perché allora proporre subito un altro disco con un nome diverso? Semplicemente perché la proposta musicale è molto differente, e in pratica "A Woman's Diary - Chapter I" può essere considerato a tutti gli effetti come l'album solista della cantante. A livello di tematiche, com'è facilmente intuibile, parliamo di un viaggio tutto al femminile attraverso vari aspetti della vita di una donna, che di volta in volta può essere bambina, madre, amante o vittima, in un azzeccato susseguirsi di sensazioni e di immagini, a volte fiabesche, altre volte decisamente più crude.Musicalmente parlando, invece, all'interno di queste canzoni si può trovare un po' di tutto: gothic, metal (poco), pop, dance, elettronica, musica classica... Proprio quest'ultima è una componente fondamentale, grazie ai ricchi arrangiamenti che pervadono ogni singolo minuto del disco e contribuiscono a creare sempre un'atmosfera di grande spessore. La vera protagonista è però la voce di Helena, capace di passare da toni caldi e soavi a parti liriche, fino a veri e propri momenti di genio e sregolatezza. Esemplare, in tal senso, è la nona traccia, "Darkness", che non è nemmeno definibile come una canzone, ma piuttosto come un'interpretazione al limite del teatrale, in cui Helena da voce ad una donna che ha subito una violenza, assumendo toni diabolici ed inquietanti. Scorrendo i brani dall'inizio, incontriamo momenti solenni, anche se onestamente un po' canonici, come le iniziali "Fallen Angel" e la title track. E' dal terzo brano in poi che l'album inizia a decollare in termini artistici: "Little Princess" è infatti una favola dal forte sapore medievale, impreziosita da un arrangiamento di prim'ordine, seguita dalla dolce "Butterfly" e dall'unico brano accostabile a un certo tipo di metal, "Lead You Through Fire". "Mother" è invece una bellissima canzone dominata dal pianoforte, in cui la cantante piange la propria madre scomparsa, non senza provocare qualche brivido nell'ascoltatore. Con "Glow In The Dark" si cambia ancora una volta registro, con un brano pop a tutti gli effetti, molto ben realizzato, ma che nessuno si scandalizzerebbe nel trovare in mezzo alle classifiche di Top Of The Pops. Altro pezzo, altro stile in "Flames Of Desire", una sorta di "Nightwish meets dance" in cui Helena da sfoggio delle proprie doti di cantante lirica in un ritornello davvero irresistibile. La già citata "Darkness" spezza improvvisamente il ritmo dell'album, che riprende poi con la delicata ballad acustica "Little Girl", forse la canzone più bella di tutto il disco, che mette in luce una caratteristica importante dello stile della prosperosa cantante: le sue sono canzoni che sanno essere emozionanti, ma senza mai diventare sdolcinate, e questo è un aspetto sicuramente positivo. A chiudere il disco, troviamo infine uno strumentale sinfonico dall'incedere marziale e dall'eloquente titolo di "Funeral", altro elemento di distinzione di un album certamente molto vario. Che dire, tirando le somme, di questo primo sforzo artistico della bella Helena? Sicuramente che si tratta di un lavoro ben realizzato, curato in ogni minimo dettaglio e decisamente coraggioso. Altrettanto sicuramente, non è un disco per tutti, visto che le sue tante sfaccettature potrebbero non essere facili da digerire ad un primo ascolto. Lo stile che traspare è più spesso accostabile a certe cose di Tori Amos che non al genere dei gruppi gothic metal, tanto per fare un esempio. Certo, ci sono ancora delle piccole sbavature da perfezionare, ma a conti fatti, stiamo parlando senza dubbio di un esordio positivo. In definitiva, chi riuscirà ad accostarsi a "A Woman's Diary - Chapter I" con la mente libera da pregiudizi, potrà scoprire un album dai contenuti profondi ed emozionanti, espressione sincera di un'artista eclettica e di grande talento.
Recensione a cura di Michele 'Freeagle' Marando

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