Satanic Warmaster - Lux Satanae (Thirteen Hymns of Finnish Devil Worship) - Split w/ Archgoat

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:42 min.
Etichetta:Hells Headbangers Records

Tracklist

  1. SATANIC WARMASTER - BLACK DESTINY
  2. SATANIC WARMASTER - WOLVES OF BLOOD AND IRON
  3. SATANIC WARMASTER - SATANIC WINTER (PEST COVER)
  4. SATANIC WARMASTER - MY KINGDOM OF DARKNESS
  5. ARCHGOAT - JESUS SPAWN
  6. ARCHGOAT - DEATH & NECROMANCY
  7. ARCHGOAT - PENIS PERVERSOR
  8. ARCHGOAT - ANGELCUNT
  9. ARCHGOAT - SATANIC OATH
  10. ARCHGOAT - SOULFAY
  11. ARCHGOAT - BLACK MESSIAH
  12. ARCHGOAT - THRICE DAMNED SODOMIZER (STREAMS OF BLOOD)
  13. ARCHGOAT - RISE OF THE BLACKMOON

Line up

  • Satanic Warmaster:
  • Werwolf: all instruments, vocals
  • Archgoat:
  • Lord Angelslayer :bass, vocals
  • Ritual Butcherer: guitars
  • VnoM: drums

Voto medio utenti

L’affascinante Terra dei Mille Laghi è da sempre un bastione del black metal più intransigente e satanico, elencarne le band in odor di zolfo è una operazione didattica quanto inutile, basti però sapere che ogni tanto spuntano delle collaborazioni che non possono non catalizzare l’interesse dei più devoti al genere.
E’ questo il caso del presente split fra Satanic Warmaster[B] e Archgoat, entrambe band di punta della scena, che hanno dato alle stampe il presente [B]“Lux Satanae (Thirteen hymns of finnish devil worship)”, tredici canzoni tredici di cui quattro per i SW e il restante per gli Archgoat.
Di primo acchito è chiaro che Satanic Warmaster è rimasto fedele alla produzione più recente, l’ottimo, anche se leggermente ruffiano “Fimbulwinter” dello scorso anno, sia per approccio che per registrazione.
Black metal articolato e ragionato, in cui ogni strumento ha una sua esposizione chiara e riconoscibile, senza orpelli inutili e/o sperimentazioni. Fors’anche fin troppo scolastico nel suo scorrere ma nel complesso godibile (N.d.r.: velenosamente mi vien da aggiungere che è quello che non hanno fatto gli Horna nel loro ultimo lavoro…)
Dei quattro pezzi presentati, il terzo brano è la cover, decisamente ben riuscita, di “Satanic Winter” tratta dall’EP del 1998 “Towards the Bestial Armageddon” dei connazionali Pest (N.d.r.: da non confondere con gli omonimi e più noti svedesi di “The crowning terror” e “Rest in morbid darkness” e dei meno noti teutonici di “Buried”) che si discosta dagli altri tre per la decisa impronta thrash/black.
Come mi aspettavo, il black degli Archgoat è molto più caotico, grezzo è primordiale. Oscuri, blasfemi, nichilisti…cosa aggiungere al curriculum degli Archgoat che già non si conosce?
Da parte mia posso dire che la registrazione dei brani dà loro giustizia, che la produzione non ha ripulito (leggasi rovinato) troppo il loro sound, trasportando l’ascoltatore in un sacrilego inferno dissonante.
Probabilmente l’intransigenza della loro proposta potrà risultare meno “ammaliante” di quella di Satanic Warmaster, ma paragonarli sarebbe una sciocchezza imperdonabile. Sono come i due lati della stessa moneta, coniata in una calda forgia a sud del paradiso…
A voi scegliere se scottarvi o meno…

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