Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:48 min.
Etichetta:Dark Essence Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TORMENT NATION
  2. DARK VISION
  3. ART OF DOMINATION
  4. WE DEFY
  5. BORN IN THORNS
  6. BEAST WITHIN
  7. SONS OF THE WINTER
  8. NEKROGRAMMATON
  9. FIRESTORM
  10. ANTI-SELF

Line up

  • Tchort: guitar & bass
  • BloodPervertor: guitar
  • Ødemark: vocals
  • Tybalt: drums

Voto medio utenti

Sono passati ormai quasi dieci anni dall'ultima pubblicazione dei Carpathian Forest. Tuttavia i membri che ruotano attorno a questa band storica del black metal, non si sono dati per vinti e dalle ceneri delle freddissime foreste norvegesi, hanno dato vita a nuova linfa musicale, creando un nuovo progetto chiamato The 3rd Attempt, che tradotto letteralmente sta per "Il terzo Tentativo", trasformando e ribaltando le sorti di un genere che ultimamente sembrava più morto che vivo.

Le idee sono ben chiare. Reclutando Ødemark (Ex Midnattsvrede) alla voce e Tybalt (Ex Fortíð) alle pelli, Tchort e Blood Pervertor, che li ricordiamo come appunto i chitarristi storici dei C.F. , hanno scritto e creato questo primo album intitolato "Born in Thorns" e contenente dieci brani per una durata di quasi un'ora di ascolto. Grazie ad un contratto con la Dark Essence Records, i The 3rd Attempt partono in pompa magna direttamente con un primissimo full, che li mette alla prova già con la release il 25 settembre 2015, dopo solo un anno di prove e attività compositiva nascosta nell'ombra. Si tratta di un platter palesemente a sfondo black metal di puro stampo scandinavo, con ricchi contenuti di thrash variegato. Le atmosfere sono davvero imponenti, oscure e davvero cattive. La vocalità spiazza dal growl classico a tratti di voce pulita, ma dannatamente accattivante. Riff e arrangiamenti si amalgamano tra di loro con le melodie classiche del thrash spinto e grezzo, ma mantenendo la chiave black metal nelle chitarre.

Nel complesso è davvero un gran bel disco, suonato bene, senza smacchiature o stravolgimenti troppo ambiziosi, in grado di dare tranquillamente scacco matto a chi pensava che i membri dei Carpathian Forest fossero rimasti a fossilizzarsi nelle loro casette in Norvegia. Con questo lavoro insieme ai nuovi membri hanno dato prova di poter riempire un enorme vuoto che si era creato con la dipartita dei C.F. , nel caso non si trattasse di vuoto, hanno comunque dato prova di avere ancora molte cose da dire e da creare.
Recensione a cura di Helena Kiske

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