Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:45 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. DEAD MAN'S PATH
  2. SOUL RAZER
  3. IMPERIUM (KILL FORCE RISING)
  4. CORPORATE WEAPONRY
  5. BLOOD OF THE FALLEN
  6. RESISTANCE IS VICTORY
  7. 12TH PROPHECY
  8. EXTINCTION PERSONIFIED
  9. FRAGMENTAL SANITY
  10. FACE YOUR FEAR

Line up

  • Brett Hoffmann: vocals
  • Phil Fasciana: guitars
  • Gio Geraca: guitars
  • Jason Blachowicz: bass
  • Justin DiPinto: drums

Voto medio utenti

Sono sempre stato un culo pesante.

Ormai sono anni che non mi muovo, se non in rarissimi casi, per un concerto ed allegato alla bontà del gruppo che suona devono esserci altre componenti fondamentali di mio gusto, tipo un ampio e comodo parcheggio direttamente di fronte alla location, possibilmente all'aperto ed in un luogo ameno e verdeggiante ed un'ottima cucina che proponga buonissimi panini e birrame a prezzi economici. Detto questo si capisce come mai, a parte gli Obituary allo splendido The Jungle di Pisa un paio d'anni fa, i miei report siano così sporadici.

Anche quando ero poco più di un ragazzino ed il mio entusiasmo adolescenziale mi permetteva di superare quella fatica immane consistente nel varcare la soglia di casa ed assistere a decine di concerti (nella Capitale, non esageriamo eh...), c'erano dei rituali della pigrizia che non potevano essere superati: il concerto tassativamente andava visto in fondo alla sala, appoggiato alla parete opposta al palco, dietro al mixer.

Qualcuno di voi ricorderà il Frontiera, locale odiato dalla stragrande maggioranza dei romani e non solo, posto sotto ad una rampa del grande raccordo anulare (ed infatti in seguito all'allargamento di corsia è stato abbattuto) e noto ai più per essere irraggiungibile con i mezzi, specie di notte quando i concerti terminavano se andava bene alle 2 di notte che tanto non si dava fastidio a nessuno, essendoci accanto solo un cantiere nautico.

Il Frontiera per anni è stata la mia svolta, essendo dotato di un parcheggio enorme per i settoriali concerti che vi si sono svolti e soprattutto distando 5km da casa mia: con 10 minuti scarsi di macchina ho potuto assistere a decine di concerti meravigliosi, Cannibal Corpse, Fear Factory, Motorhead, Sinister, Vader, Impaled Nazarene, Helloween, Bruce Dickinson, Amorphis e chissà quanti altri mi stanno sfuggendo mentre scrivo queste malinconiche righe, pensando al mitico Baffo che si sbatteva così tanto per portare tanto ben di Dio in quel di Roma, a quel tempo più che mai terzo mondo per la scena metal, figuriamoci quella più estrema.

In tutto questo, ricordo con piacere un aneddoto del concerto dei Malevolent Creation, ad occhio nel 1999 durante il tour di supporto di "The Fine Art Of Murder", quando il sottoscritto unto e pacioccoso assieme all'amico e maestro di sempre Francesco Bucci ebbe la disgraziata idea di prendere due sedie e sedersi in mezzo all'enorme platea del Frontiera, affollato nelle prime file ma completamente vuoto nel resto dello stabile.

In mezzo allo show il buon Phil Fasciana si ferma, interrompe la musica, ci indica e al microfono urla:

"EHI YOU TWO...STAND UP FOR MALEVOLENT CREATIOOOOOOONNNNNNNN!"

...seguito dal boato della folla, risate di scherno e derisione da parte degli astanti e noi due che sgattaioliamo via sommessamente, atterriti dalle parole gonfie d'odio del generalissimo dei Malevolent Creation, che già avevo avuto il piacere di "conoscere" durante un'intervista telefonica incomprensibile, a causa della sua velocità tra un "you know man" e l'altro.

Tutto questo fa apparire ancor più sorprendente la scelta di inserire, peraltro come opener, una title track incredibilmente lenta, sulfurea, marziale, eppure così dannatamente efficace (per qualche verso mi ricorda stilisticamente l'opener di "Green" dei Forbidden, anche lì quasi fuori contesto ma di grande impatto), prima che le danze si aprano come uno si aspetta.

Ricostituito ancora una volta il nucleo storico con Fasciana-Hoffmann-Blachowicz, affiancati da Gio Geraca come nel disco precedente e dall'incredibile ritorno dell'ennesimo drummer Justin DiPinto che già aveva suonato nel 2002 nel bellissimo "The Will to Kill", dalla successiva "Soul Razer" i Malevolent Creation ritornano ad essere quelli di sempre, quelli di "faster is better", che sciorinano death metal di qualità dal 1991 ad oggi.

In tutta sincerità, i loro due ultimi lavori non hanno mai riscosso la mia approvazione, specie "Doomsday X", tra i punti meno luminosi della loro lunga carriera: 5 anni di stop e riflessione dal solo decente "Invidious Dominion" con conseguente passaggio alla Century Media (ehi...Massacre, Century Media, Nuclear Blast, Roadrunner, Pavement...alla faccia!) devono aver fatto bene all'ensemble floridiano dato che il nuovo "Dead Man's Path" ci appare decisamente più convincente, più strutturato e contemporaneamente anche più semplice se vogliamo, basato su un rifframa molto valido, brevi ma letali assoli, una durata perfetta (la vecchia cassettina da 46 con 5 brani per lato) ed una produzione eccellente.

Hoffmann alla voce, sebbene io sia da sempre del partito di Blachowicz dietro al microfono, è una splendida garanzia, così come la produzione assolutamente in linea col disco, nè troppo moderna nè troppo retrò, sebbene la mano di Dan Swano ai suoi Unisound mi avesse fatto tremare, temendo un qualcosa di troppo "europeo".

Nulla di tutto ciò, la band va come un treno (come sempre) e stavolta i brani sono più efficaci, più memorizzabili, riconoscibili, con un'ottima identità e persino qualche spunto dei bellissimi tempi, quelli degli anni '90, quando i Malevolent Creation, assieme ad altre leggende, hanno scritto la storia del death metal.

La sola "Corporate Weaponry" pare non reggere il passo delle altre nove, ed il terremotante finale della letale doppietta "Fragmental Sanity" - "Face Your Fear", con i caratteristici assoli a gatto squartato (meeeeaaaooowww....meaaaaoooowwwwwwwww stile Exodus) rimette davvero al mondo, con quel flavour di un death metal di inizio anni '90 che, ahimè, non tornerà più.

Assolutamente valido e consigliato, senza dubbio il miglior disco dei Malevolent Creation dal 2002 ad oggi.

STAND UP FOR MALEVOLENT CREATION!
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 ott 2015 alle 12:10

Lo sapete, il death non è il mio genere, ma questa rece del Graz è veramente bella e trasuda reale passione da tutti i pori. Bravo.

Inserito il 17 ott 2015 alle 08:50

Una delle migliori rece che tu abbia scritto caro Graz. Concordo con te sul fatto che gli ultimi lavori dei MC siano tutto tranne che irresistibili e fondamentali. Troppo monocorde e scarsamente ispirati per esser ricordati oltre al secondo ascolto, per questo leggere che "Dead..." è il loro miglior lavoro dal 2002 non può che farmi felice. A proposito di aneddoti sui MC: nella data di Milano di quel tour al Rainbow, l'organizzatore fece suonare le classiche "band amiche" troppo a lungo, fregandosene del fatto che così si sarebbero tagliati molti minuti all'esibizione dei MC. Sta di fatto che durante l'esecuzione di una canzone letteralmente accesero le luci del locale e tolsero la corrente agli strumenti!!!! Phil incazzatissimo cominciò ad urlare "TURN THE LIGHT OFF!!!!" più e più volte ma non ci fu verso di far riprendere lo show.

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