Copertina 8,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2015
Durata:51 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. ZúGó
  2. ALFöLDI KOZMOSZ
  3. OLDóDó FORMáK A HALáL TITOKZATOS BIRODALMáB
  4. A HAJNAL KéK KAPUJA
  5. ÉLŐ LéNY
  6. JURA
  7. SGùRR EILDE MòR
  8. KERINGO
  9. ZúGó

Line up

  • Tamás Kátai: vocals, guitar, bass, keyboards, programming
  • Dimitris Papageorgiou: violin (guest)
  • Balázs Hermann: double bass (guest)
  • Zoltán Kónya: additional vocals (guest)
  • Ágnes Sipos: soprano (guest)
  • Viktória Varga: narration (guest)

Voto medio utenti

Qualche tempo fa chiacchieravo con un mio carissimo amico e l'argomento del nostro dibattito era, ovviamente, la musica; nello specifico si parlava di avantgarde: "La gente si lamenta, dice che l'avantgarde non ha più nulla da offrire, ma non è vero! Il problema è che si cerca sempre nei soliti posti e io ti dico che l'Europa dell'Est è una miniera d'oro!". Amico mio, ti do ragione, specialmente da quando mi sono trovata tra le mani il nuovo album di Thy Catafalque, "Sgùrr".

Tamás Kátai è un genio e un artista vero, questo album è una delle cose più belle che abbia mai avuto il piacere di ascoltare. "Sgùrr" è un viaggio in una dimensione onirica che incanta e spaventa allo stesso tempo. La struttura dei brani non è assolutamente decifrabile, non abbiamo davanti un autore pop schiavo delle convenzioni strofa-ritornello, nossignore: Kátai fa quello che vuole, si diverte a giocare con l'ascoltatore e metterlo in difficoltà: la libera espressione lo disorienta, crea anche un disagio non indifferente ma raramente si ha la possibilità di confrontarsi con un lavoro così ricco di dettagli. Vi invito ad ascoltare l'album fino alla nausea per cogliere e capire ogni singola sfumatura, per fare caso a quanto gli elementi folk si sposino bene con i motivi sintetici, a come la durezza di certi riff venga stemperata da atmosfere digitali soffuse e suadenti senza per questo perdere solidità.
"Sgùrr" non è il genere di album da tenere in sottofondo mentre si è occupati con qualcos'altro, richiede tutta l'attenzione dell'ascoltatore, è impegnativo e vuole essere riprodotto per intero, sempre, perché non bastano una o due tracce per rendergli giustizia.

Questa ultima fatica di Kátai è un gioiello, un diamante rarissimo e splendente in un blocco di vile carbone. Forse è un peccato che questo genere di lavori non riscuota il successo che merita a livello qualitativo ma almeno ci rimane il piacere della scoperta di un tesoro dal valore incommensurabile, di cui godere al massimo quando siamo soli con noi stessi.
Recensione a cura di Alessandra Mazzarella

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 nov 2015 alle 15:27

Davvero un gran bel lavoro: avrebbe meritato una produzione migliore, ma tutto sommato brilla anche così. In talune parti questo lavoro mi ricorda i Philm di Dave Lombardo, sia come scrittura che come suono e approccio della canzone.

Inserito il 03 nov 2015 alle 12:22

Ho letteralmente divorato la sua discografia, quest'uomo è un genio.

Inserito il 03 nov 2015 alle 02:34

Grande album. Come sempre.

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