Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:46 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. KAOS
  2. KRATER
  3. NORGE
  4. DJEVELENS MESTERVERK
  5. DEMONIC SUPREMACY
  6. SLUMBER WITH THE WORM
  7. VED FERDENS ENDE
  8. ANTILIV

Line up

  • Nag: vocals, bass
  • Draugluin: guitars, vocals (backing)
  • AntiChristian: drums

Voto medio utenti

Della serie: quando la bio dice tutto.
Incipit: “TSJUDER deliver Norwegian Black Metal in the classic raw and rattling style”.
Conclusione: “No post, no progressive, no whatever”.
Amen.

Non serve chissà quale conoscenza della lingua di Oscar Wilde per cogliere il succo del discorso: passano gli anni, ma nulla cambia in casa Tsjuder.
E passano eccome, visto che ce ne sono voluti ben sette per poter stringere tra le mani il successore del grandioso Desert Northern Hell, e altri quattro affinché Legion Helvete ne avesse uno a sua volta.

Antiliv, quinto full length della band di Oslo, esce ancora una volta per Season of Mist, presenta una line-up del tutto invariata, opta di nuovo per un artwork in bianco e nero… insomma, avrete colto l’antifona.
Quindi, che volete da me?
Se il gruppo vi è sempre piaciuto andate a comprare il nuovo disco; diversamente, tanti saluti e passate alla recensione successiva!

Scherzi a parte: è evidente che, allorquando le coordinate stilistiche rimangono inalterate -come nel caso di specie- l’analisi si comprime, riducendosi ad una valutazione su efficacia ed ispirazione del songwriting.
Ora, posto che la produzione fa quanto deve, donando alle chitarre uno spessore per certi versi inatteso, credo proprio che i fans possano continuare a dormire sonni tranquilli: il primo passo falso discografico del terzetto è rimandato a data da destinarsi.

Per quantificare il calibro distruttivo dell’opera sarà sufficiente soffermarsi sull’attacco (mai termine fu più appropriato) dell’opener Kaos: un’autentica carneficina.
Il resto segue a cascata, in un’orgia impura -ma deliziosa, come del resto quasi tutte le cose impure- di devastazione e caos.

Detto che alta velocità e blast beats a grandine la fanno da padrone, vanno comunque segnalate, a parziale contraltare di cotanta furia assassina, poderosi mid tempo (Krater e la title track, fra le migliori e più articolate del lotto), e una generale venatura a metà tra thrash primigenio e black'n roll (Demonic Supremacy, addirittura dotata di guitar solo, e Ved Ferdens Ende).
Caratteristiche, queste, che non bastano certo a sconfessare le note citate in premessa, ma che assumono invece ruolo nevralgico sotto il profilo musicale, movimentando il platter e mantenendo alta l’attenzione dell’ascoltatore lungo tutti i suoi 46 minuti di durata.

La doppietta NorgeDjevelens Mesterwerk, buona ma non buonissima, così come taluni ristagni compositivi in cui ci s’imbatte qua e là, comportano una lieve contrazione del giudizio complessivo; top album o meno, non vedo come gli appassionati di certe sonorità possano rimanere delusi da Antiliv.
Aggressione, nichilismo, coerenza, malvagità, attitudine sono lì da sentire, a riprova di come gli Tsjuder contribuiscano ad alimentare la fiamma del Metallo Nero ben più di tanti colleghi dotati di maggior blasone.

Ecco, se poi i nostri beneamati Nag, Draugluin e Anti-Christian (nomignolo incantevole!) volessero anche far trascorrere qualche anno in meno tra un disco e l’altro…
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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