I torinesi
Final Fright ci riportano agli anni ottanta, al thrash di vecchia scuola in stile Exodus, Vio-lence, Forbidden, ecc. Duelli chitarristici e ritmiche epidermiche, aggressività e dedizione al genere. In modo troppo didascalico, però.
Tecnicamente i brani sono discreti, manca l’impronta personale e la varietà di schemi. Spesso si fatica a distinguere le varie canzoni ed anche l’apporto vocale può essere migliorato, con più grinta e cattiveria.
Ci sono momenti da vecchio headbanging, è presente un’attitudine sincera, ma resta parecchio lavoro da fare. Per il momento siamo sulla sufficienza.
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