Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:48 min.
Etichetta:Sky-Rocket Records

Tracklist

  1. CAN FEEL IT
  2. YOU'RE ON YOUR OWN
  3. EVERY LITTLE THING
  4. DON'T STOP ME FROM LEAVING
  5. NOW THAT I'VE FOUND LOVE
  6. BROKEN DREAMS
  7. YOU KNEW
  8. BETTER PLACE
  9. YOU MAKE IT
  10. LET IT RAIN DOWN
  11. ALL SHE NEEDED
  12. HERE I STAND

Line up

  • Tim Dawkes: vocals
  • Lee Small: vocals, backing vocals
  • Greg Dean: guitars, keyboards
  • Gary Slater: bass
  • Dave Wasson: guitars
  • Paul (Emo) Emery: drums

Voto medio utenti

Cari fans del rock melodico britannico, gioite con me per la comparsa sulla scena di questi Iconic Eye, un nome “nuovo” formato da musicisti magari non troppo noti ma sicuramente non proprio di “primo pelo”.
Fondata da Greg Dean, la band si avvale per questo debutto della preziosa ugola di Lee Small (in “Every little thing”, “Don't stop me from leaving”, “Now that I've found love”, “You make it” e “All she needed”), per poi affidare la gestione microfonica a Tim Dawkes (nei brani restanti), nel frattempo diventato il vocalist di ruolo del gruppo e capace di non sfigurare per nulla di fronte al suo più illustre collega.
Con il contributo di una solida sessione ritmica (Gary Slater e Paul Emery) e di un’affidabile seconda chitarra (affidata a Dave Wasson), nasce “Hidden in plain sight”, un disco piuttosto riuscito e avvincente, rivolto a tutti quelli che, pur ritenendo il genere una “questione” assolutamente americana, non considerano il british AOR un “parente povero” del blasonato capostipite.
E allora, se vi piacciono FM, Heartland, The Babys, Strangeways e Terraplane, procuratevi quanto prima una copia dell’albo, e senza farvi scoraggiare dai primi due brani in scaletta, buoni e tuttavia non particolarmente “impressionanti”, procedete con fiducia fino a “Every little thing”, un momento di suggestione emotiva davvero da incorniciare (in parte mi ha ricordato anche gli Honeymoon Suite).
Da qui in avanti, in pratica, solo spaccati musicali di grande valore, cominciando dall’intenso ed enfatico tracciato melodico di “Don't stop me from leaving”, proseguendo con la spigliatezza “californiana” di “Now that I've found love” e approdando a una “Broken dreams” che con il suo soffuso afflato bluesy evoca una sorta di jam session tra Thunder e Mountain.
Il refrain di “You knew” è uno di quelli da cui liberarsi non è facile, “Better place” sconta qualcosa in fatto di tensione espressiva, mentre tocca alla luccicante ridondanza “adulta” di “You make it” il compito di riprendere a soggiogare i sensi dell’ascoltatore appassionato, profondamente pungolati, subito dopo, dal passionale crescendo di “Let it rain down”, dall’accattivante armonia corale di “All she needed” e dalle avvolgenti atmosfere epiche di “Here I stand”, con infettivi embrioni di Dare e Ten nell’impasto sonico.
Sebbene non ancora degni dell’Olimpo del settore, gli Iconic Eye sfornano un’operina di alto livello, in grado di sostenere la scuola Albionica nella sua atavica sfida con il colosso yankee, oggi un po’ meno solido e “imbattibile” (anche a causa dell’Italian Wave Of Melodic Rock … che soddisfazione poterlo affermare con oggettività e cognizione di causa!) di quando il suo dominio pressoché incontrastato faceva apparire ogni tentativo di avvicinamento un’impresa puramente utopistica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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